La multa e la crisi: lo scenario peggiore nella guerra con l’Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-24

Cosa succede dopo la bocciatura della manovra? Davvero c’è possibilità che qualcuno ci salvi perché l’Italia è troppo grande per fallire?

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Marcello Sorgi oggi su La Stampa si esercita sullo scenario peggiore sulla crisi con l’Europa scatenata dalla bocciatura da parte della Commissione Europea della Manovra del Popolo del governo Lega-M5S.

Proviamo a immaginarlo, ragionando sui pochi dati certi di una situazione inedita. Se non è la prima volta che scontiamo la procedura di infrazione, lo è, invece, dal 2012 in cui il Fiscal Compact è entrato in vigore, che il governo non dà seguito alle indicazioni della Commissione e sfida apertamente le regole. Se, superate le tre settimane che ci sono state assegnate, entro metà novembre l’Italia non darà segni di ripensamento, le autorità europee ci infliggeranno sanzioni che, come la bocciatura di ieri, potrebbero arrivare più rapidamente del previsto, con una multa fino a dieci miliardi di euro, lo 0,5 per cento del Pil.

Conoscendo Salvini e i suoi «me ne frego», l’Italia potrebbe anche rifiutarsi di pagare la multa, e la Commissione, come risposta, potrebbe pignorarcene il valore, prendendolo dai fondi strutturali che è tenuta a corrisponderci. Salvini, ma anche Di Maio perché su questo sono ormai ingarellati, potrebbe a quel punto ricusare il pagamento della retta annuale di iscrizione al club dell’Unione che l’Italia, come gli altri 27 membri, è soggetta a versare ogni anno. Di lì in poi, in fondo a un’escalation come questa, la possibilità di un’uscita dall’Europa e dal sistema della moneta unica diventerebbe concreta.

aumento dello spread
Gli effetti dell’aumento dello spread (La Repubblica, 20 ottobre 2018)

Lo scenario peggiore sarebbe un’esagerazione, secondo alcuni commentatori vicini al governo. Ma in realtà, spiega Sorgi, la situazione è molto più complessa:

Ma gli anticatastrofisti non credono a questa prospettiva. Dicono, come appunto Salvini e Di Maio, che l’Italia è sana perché la quantità di risparmi privati degli italiani gli dà solidità, come dimostrerebbe lo spread che sale, ma non troppo. Che prima di mandare in fallimento un Paese come il nostro, l’Europa dovrebbe pensarci tre volte, perché potrebbe finire a fondo insieme a noi. Che anche nella peggiore eventualità, Draghi, o addirittura Putin, ci aiuterebbero.

Ma Draghi non può certamente, e da gennaio fermerà anche il programma di acquisti forzati dei titoli di Stato. E quanto a Putin, chissà perché dovrebbe correre in soccorso, se la crisi dell’Italia – finalmente dal suo punto di vista – arrivasse a compromettere la stabilità stessa dell’Europa. Intanto l’apocalisse annunciata, con lo spread che galleggia sui 300 punti, ci è già costata 5 miliardi in più di interessi da pagare sul debito pubblico. E queste non sono previsioni: purtroppo è realtà.

Leggi sull’argomento: Il piano B: indovinate cosa salta con la Manovra del Popolo di Scorta?

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