Così Matteo Renzi difende la figuraccia del post cancellato dal PD

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Matteo Renzi è uno che ci crede fino all’ultimo. Per questo, sulla sua pagina Facebook, ha deciso di difendere l’indifendibile, ovvero il post pubblicato ed eliminato sulla pagina ufficiale del Partito Democratico dopo la marea di critiche degli utenti per la decisione di sintetizzarlo in uno slogan salviniano.

Sulla sua pagina Renzi sostiene che la sua è stata una scelta anticonformista:



Ho fatto una scommessa affascinante: parlare di cose serie sui social. Non rincorrere i “mi piace”, ma affrontare temi difficili, delicati. E discuterne.
Non va di moda, lo so. Ma è giusto così, secondo me. Perché penso di avere qualcosa da dire e molto da imparare, e questo mi piace. E mi piace provare ad essere migliore. Almeno provarci!
Per questo non mi toccano le polemiche di persone che attaccano per motivo ideologico, senza leggere ciò che l’altro scrive. Senza nemmeno leggere, capite?

E spiega, come avevamo già fatto notare, che «aiutiamoli a casa loro significa aumentare i denari per la cooperazione internazionale»: una tesi che Renzi aveva già sostenuto in altre occasioni. Poi, nei commenti, difende “l’addetto comunicazione” della pagina Partito Democratico dicendo che si tratta di “una polemica interna”.

Non si capisce, però, se va tutto bene, perché allora il post sia stato cancellato. Scatenando ilarità e paragoni-sfottò che ben sintetizzano l’attuale disastro politico-comunicativo del Partito Democratico. Enrico Mentana, ad esempio, su Facebook ha segnalato “Il caso Mattei”:

Marione, vignettista amico del M5S, è ancora più cattivo:




Ma il capolavoro di crudeltà lo regala Luca Morisi, addetto alla comunicazione di Matteo Salvini:

E insomma, a volte vox populi, vox dei:

Leggi sull’argomento: Cosa sta succedendo alla comunicazione del Partito Democratico?