Politica

Marco Travaglio spiega al M5S perché ora gli indagati si possono candidare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-02

Per due giorni il M5S ha bollato come fake news la questione degli indagati candidabili. Ora l’editoriale sul Fatto sgombera il campo

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Dal giorno in cui il MoVimento 5 Stelle ha promulgato le nuove regole votate da nessuno, come impone il concetto di democrazia diretta da Beppe Grillo, la pagina facebook ufficiale dei grillini è partita all’attacco dei giornali che hanno ricordato come funzionano le nuove regole, in particolare per gli indagati: non c’è più alcuna sanzione automatica né alcun blocco automatico per gli indagati. In particolare lo staff del MoVimento 5 Stelle se l’è presa con Repubblica e Messaggero, che ha accusato di diffondere fake news.
movimento 5 stelle indagati
L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto di oggi a commento delle nuove regole grilline oggi sgombera il campo dalle interpretazioni furbe

Dovranno rinunciare alla candidatura gli indagati o imputati per fatti che gli “or ga ni dell’Associazi one” (il garante Grillo, il capo politico Di Maio, il comitato di garanzia Crimi-Cancelleri-Lombardi e i probiviri Catalfo, Carinelli e Fraccaro) riterranno “idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’i mmagine del M5S”. Finalmente si mette in chiaro che non basta un avviso di garanzia (magari per la denuncia infondata di un avversario, o per un fatto ancora tutto da verificare) per eliminare qualcuno dalla vita politica. Ma al contempo non si può giudicare l’onorabilità di un candidato o di un eletto dalla fase dell’iter della sua inchiesta o processo.
Tutto dipende dai fatti, accertati o contestati, che gli organi del movimento devono valutare caso per caso, assumendosi le responsabilità delle proprie scelte. Per certi fatti, gravie/o infamanti e accertati, non bisogna neppure attendere l’avviso di garanzia per dare un taglio netto; per altri fatti, lievi e/ocontroversi, bisogna attendere la sentenza, di primo grado o addirittura quella definitiva. Purché la bussola sia l’art. 54 della Costituzione, che impone a chi esercita pubbliche funzioni due doveri in più rispetto ai cittadini comuni: “disciplina e onore”.

Leggi sull’argomento: Come i grillini hanno scoperto il “nuovo” M5S nato all’insaputa degli attivisti

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