La rabbia dei tarantini sul M5S per l’ILVA

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-09-07

Ieri il governo del cambiamento che doveva chiudere l’Ilva ha chiuso l’accordo con Arcelor-Mittal per riaprire ILVA. Per il M5S è colpa del Partito Democratico e di Calenda ma gli elettori pugliesi non sono dello stesso parere e chiedono le dimissioni dei deputati e dei senatori pentastellati eletti a Taranto

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Il governo che doveva chiudere l’Ilva ha chiuso – con poche modifiche – l’accordo preparato dall’ex ministro Carlo Calenda. E così il giorno dopo l’annuncio della firma dell’accordo tra Arcelor-Mittal e sindacati sull’ILVA è quello delle reazioni del popolo pentastellato. Soprattutto dei tarantini che si sono sentiti traditi dal MoVimento 5 Stelle che è arrivato al governo promettendo la chiusura dell’Ilva. E così la gara che per Luigi Di Maio si può annullare ma è impossibile annullare alla fine è rimasta l’unica opzione sul tavolo. Perché in questi mesi il ministro dello sviluppo economico è stato in grado di fare solo una cosa: perdere tempo.

Il MoVimento 5 Stelle Puglia festeggia il “giorno zero” e dà la colpa al PD

Nel contratto del governo del cambiamento presieduto dall’Avvocato del Popolo c’è scritto che l’esecutivo si impegna «a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto» al tempo stesso «proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud»,attraverso un programma «di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti». Poche righe per dire che si voleva la botte piena e la moglie ubriaca e in cui si prometteva l’impossibile. Ma il M5S aveva voluto precisare il senso di quelle parole spiegando in un post sul Blog delle Stelle che «nel contratto c’è scritto chiaramente che si lavorerà per la chiusura dell’Ilva».

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L’Ilva rimarrà invece aperta, e subito il MoVimento 5 Stelle si è affrettato a dire che è colpa del “delitto perfetto” del Partito Democratico. Il giochino del MoVimento di far annullare la gara per trovare un nuovo acquirente era un bluff. Nessun acquirente si sarebbe fatto avanti sapendo che l’intenzione del governo era chiudere gli impianti siderurgici. Chi comprerebbe qualcosa sapendo di non poterlo utilizzare?

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Ma mentre sulla sua pagina Facebook il M5S pugliese cerca di addossare le colpe al PD e girare la frittata dicendo che “finalmente il governo M5S ha le mani libere per invertire la rotta” (come?) attivisti e cittadini di Taranto non sono della stessa idea.

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Il M5S ripete ossessivamente che è colpa del precedente governo, nessuno però ci crede, perché tutti si sono accorti che il governo non ha fatto nulla in questi mesi per trovare una soluzione. Anzi, il governo si è comportato in maniera contraddittoria. E Di Maio deve ancora pubblicare il parere dell’Avvocatura di Stato che ha “secretato” ma che a suo dire spiegava che la gara era illegittima.

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Il MoVimento di governo non è stato in grado di prendersi le sue responsabilità e ha preferito invece accompagnare la vertenza alla sua scadenza naturale senza fare nulla per impedire il corso degli eventi.

Gli elettori all’attacco di Rosalba De Giorgi e degli eletti tarantini del M5S

A toccare con mano in prima persona questo clima di delusione da parte dei cittadini di Taranto è stata ieri la deputata pentastellata (e tarantina) Rosalba De Giorgi. Due giorni fa la De Giorgi aveva pubblicato su Facebook un post dove rassicurava i cittadini spiegano di aver presentato un intervento sulla validità della gara per l’aggiudicazione dell’Ilva e di aver chiesto a Conte e Di Maio se avevano intenzione di abrogare la norma che garantiva l’immunità penale ad Arcelor. Il ministro Di Maio però ha mantenuto l’immunità penale e civile ad Arcelor-Mittal.

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La deputata tarantina spiegava di aver presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente (che non è ancora stata pubblicata) e ribadiva il suo impegno per la tutela del territorio. Impossibile però non notare come in un intervento alla Camera datato 17 luglio la De Giorgi si espresse così rispetto alla vicenda: «al riguardo posso sostenere, senza timore di smentita, che il Ministro Di Maio sta lavorando alacremente per risolvere al meglio la vertenza Ilva e restituire certezze agli abitanti e ai lavoratori di un territorio letteralmente devastato e stremato dalle continue aggressioni, soprattutto a livello ambientale».

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Ieri la pagina e il profilo della De Giorgi sono stati presi d’assalto da centinaia di cittadini infuriati che accusano il M5S di “mancanza di attenzione e impegno per Taranto” e che chiedono ai parlamentari pentastellati di dissociarsi dalle scelte del governo, anche rischiando l’espulsione dal partito.

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La deputata tarantina dovrebbe, scrivono in molti, prendere le distanze dal suo partito e dal governo. Ormai il tempo delle interrogazioni è scaduto visto che l’accordo è stato chiuso. L’unica alternativa per salvare la faccia è di uscire dal MoVimento per protesta.

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Non c’è del resto alcun dubbio che a Taranto il MoVimento abbia stravinto alle politiche proprio perché aveva promesso di chiudere l’Ilva (e di salvare i posti di lavoro). Ora gli elettori chiedono il conto.

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Qualcuno ha anche chiesto se la De Giorgi sarebbe stata in Piazza della Vittoria al sit in di protesta. La deputata ci è andata ma è stata letteralmente assalita dalla folla che l’ha contestata, insultata  e costretta ad allontanarsi dalla manifestazione scortata dalla polizia mentre i presenti urlavano “dimissioni”, “fate schifo” o “vergogna”. Cose che fino a poco tempo fa era il MoVimento ad urlare ai politici della casta.

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E non va meglio sulla pagina Facebook di un altro M5S eletto a Taranto, il deputato Giampaolo Cassese, dove gli eletti del MoVimento vengono definiti “attivisti col Rolex” e si chiedono di nuovo le dimissioni. Ma il MoVimento sa come reagire in questi casi: in silenzio. Da due giorni infatti sui profili Facebook i deputati tarantini non scrivono nulla. Sarà stata colpa del PD?

Leggi sull’argomento: ILVA, le soluzioni Di Maio – Calenda a confronto

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