Il paracadute che Di Maio ha dimenticato di comprare

di Massimo Famularo

Pubblicato il 2018-08-08

Mentre i mercati tirano il fiato, approfittando della calma relativa acquistata dal governo italiano, con il terzo buy back su titoli di stato dalla data d’insediamento, il ministro e vicepremier luigi di Maio ostenta una sicurezza sulle prospettive di realizzo del contratto di governo, che appare del tutto ingiustificata ad un esame anche superficiale della …

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Mentre i mercati tirano il fiato, approfittando della calma relativa acquistata dal governo italiano, con il terzo buy back su titoli di stato dalla data d’insediamento, il ministro e vicepremier luigi di Maio ostenta una sicurezza sulle prospettive di realizzo del contratto di governo, che appare del tutto ingiustificata ad un esame anche superficiale della situazione economica del nostro paese. Per utilizzare un parallelo efficace, proposto da l’Economist con riferimento alla Brexit, il governo italiano, nella realizzazione del proprio programma, dispone nei confronti dei mercati finanziari delle stesse leve negoziali di chi ha bisogno ad acquistare un paracadute dopo essersi lanciato da un aereo.

luigi di maio
Vignetta da: The Economist

Allentare la pressione sui nostri titoli di debito, che nei giorni scorsi si stava accumulando, con conseguente aumento dello spread nei confronti del Bund, è costato 950 milioni in riacquisti operati dal Ministero del Tesoro. Si tratta tuttavia di un intervento eccezionale, reso possibile dall’esistenza di disponibilità sul conto tesoreria e da un mercato “sottile”, nel quale anche piccoli interventi sui volumi, possono avere un impatto sensibile sui prezzi. Al netto dunque di queste misure temporanee, le perplessità degli operatori finanziari sul nostro paese rimangono e sono legate ad almeno tre ordini di problemi.

luigi di maio paracadute 1

Il primo e più ovvio è l’impatto sui saldi di bilancio pubblico dell’eventuale realizzazione, anche parziale, di alcuni provvedimenti contenuti nel contratto di governo, quali la flat tax (che dovrebbe ridurre le entrate), il reddito di cittadinanza (che comporta un amento della spesa pubblica) e una eventuale modifica della legge Fornero che potrebbe compromettere il delicato equilibrio di un sistema previdenziale che riesce a malapena a fronteggiare l’evoluzione demografica del paese.

Il secondo riguarda le criticità strutturali che, dall’elevato stock di debito pubblico, alla spesa per trattamenti pensionistici tra le più elevate, passando per un sistema giudiziario troppo lento, un mercato del lavoro non sufficientemente flessibile e procedure concorsuali, fanno del nostro paese un sorvegliato speciale: secondo l’ultima rilevazione, anticipata dal sito della BCE e in pubblicazione nel prossimo bollettino economico, sui 18 paesi aderenti alla moneta unica oggetto di raccomandazioni specifiche da parte della banca centrale, solo Italia e Cipro (la Grecia non è inclusa nel perimetro, che esclude le raccomandazioni inerenti il rispetto del Fiscal Compact) vengono classificate come caratterizzate da squilibri macroeconomici eccessivi.

luigi di maio paracadute 2

Il terzo riguarda il graduale venir meno della politica monetaria espansiva, e in particolar modo, la fine del quantitative easing: a parità titoli da collocare, un minore intervento da parte della banca centrale comporta la necessità di un maggiore assorbimento da parte degli operatori privati, che al momento manifestano un crescente scetticismo dovuto al possibile operato del governo in carica e alle fragilità strutturali del nostro paese.

Appare dunque alquanto pretenzioso l’atteggiamento del vicepremier che dichiara di voler andare avanti con il programma a prescindere dal giudizio dei mercati e che “Tutte le promesse della campagna elettorale saranno mantenute.” Si tratta con ogni evidenza di un bluff piuttosto debole, che i mercati hanno già segnalato di poter venire a vedere senza problemi e che sarebbe già stato ampiamente smascherato in assenza degli interventi rassicuranti del “poliziotto buono”, Giovanni Tria, che ribadiscono ad ogni occasione utile, come la politica del governo sarà compatibile con i vincoli di finanza pubblica concordati con la UE.

Siamo dunque di fronte a un governo bipolare, con un ministro dell’economia che vuol rassicurare i mercati e rispettare i vincoli di bilancio e due vicepremier, che ripetono con leggerezza promesse incompatibili con le rassicurazioni diffuse dal loro collega. Dove ci porterà questo teatrino che, come segnalato dalle tensioni sullo spread, ha già dato prova di innervosire chi opera sui mercati finanziari?

luigi di maio paracadute 3

Qualche utile indicazione può venire dall’esame di quanto avvenuto in Grecia nel 2012, seguendo un parallelo che aveva già proposto prima della formazione del governo il blog Phastidio, basandosi su una nota a firma di Gianluca Codagnone di Fidentis: per quanto Varoufakis e Tsipras politici abbiano cercato fino all’ultimo di ribadire le narrazioni populiste, con le quali avevano conquistato il consenso, la risposta dei mercati li ha obbligati a fare i conti con la realtà.

Posto che i provvedimenti più rilevanti, contenuti nel contratto di governo tra Lega e M5S, comportano un impatto sul bilancio dello stato incompatibile con la possibilità di continuare a collocare i titoli del debito pubblico presso operatori privati; e che perdere l’accesso ai mercati finanziari avrebbe conseguenze nefaste anche per la coalizione di governo, lo scenario più plausibile per il prossimo autunno vedrà un governo giallo-verde che, come cantava il poeta, “si costerna, si indigna e si impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.

Da capire se l’atterraggio verso la realtà avverrà in modo mediato, grazie al lavoro certosino del ministro dell’economia, oppure se l’orgoglio politico di Salvini e Di Maio necessiterà di qualche scossone sui mercati finanziari per salvare la faccia nei confronti dell’elettorato. Quando ascoltate Di Maio e Salvini, millantare la possibilità di realizzare i loro programmi, ricordate che, al pari dei politici inglesi sulla Brexit, sono credibili tanto quanto chi pretende di poter trattare sul prezzo del paracadute, dopo essersi lanciato da un aereo.

*** Massimo Famularo è un investment manager esperto di crediti bancari in sofferenza che lavora a Milano. Qui la sua bio

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