Opinioni
Luciana Littizzetto spiega come si sfotte “Io sono Giorgia”
di dipocheparole
Pubblicato il 2019-11-11
Luciana Littizzetto ieri sera da Fabio Fazio a Che tempo che fa ha spiegato con un esempio concreto come si sfotte “Io sono Giorgia Remix“, proponendo un nuovo testo per il meme del millennio inventato dalla leader di Fratelli d’Italia a piazza San Giovanni: “Sono Luciana, sono una donna, sono una madre, sono pisquana / […]
Luciana Littizzetto ieri sera da Fabio Fazio a Che tempo che fa ha spiegato con un esempio concreto come si sfotte “Io sono Giorgia Remix“, proponendo un nuovo testo per il meme del millennio inventato dalla leader di Fratelli d’Italia a piazza San Giovanni:
“Sono Luciana, sono una donna, sono una madre, sono pisquana / Questo è il gioco del Freccero unico, ci devono togliere tutto quel che siamo per farci perdere la nostra identità!”
“Vogliono che siamo Fazio su Raiuno, Fazio su Raidue / Difendiamo la nostra identità, difendiamo la nostra qualità: Poltrone e Sofà”
Sono una donna non sono una panda. Bevo la coca. Bevo la fanta. #hit #CTCF pic.twitter.com/nPr5Q6zXZ9
— Luciana Littizzetto (@lucianinalitti) November 10, 2019
Come abbiamo scritto qualche giorno fa, questi video remix non fanno altro che ripetere i contenuti che la Meloni vuole vengano ripetuti (perché funzionali alla sua propaganda). E di piccole esche la nostra ne semina continuamente, in quei video dove con aria fintamente truce lancia proclami bellicosi e irrevocabili contro… le zucchine di mare. È già successo con il tormentone “Ollolanda”, su cui la Meloni ci si è addirittura fatta una maglietta e che ha fatto passare in secondo piano quello che stava dicendo la Meloni a Di Martedì: affondare le navi delle ONG e arrestare gli equipaggi.
Ed è questo il problema. Come quando ci si concentra su quanti follower abbia su Twitter la Meloni e quanti siano eventualmente “fake” e si fa passare così in secondo piano il tema ben più pesante politicamente dell’utilizzo di slogan e parole d’ordine dei suprematisti bianchi come “sostituzione etnica“, sui quali guarda caso non ci si fanno remix. E farlo notare non significa dire che la Meloni è “mandante morale” dei terroristi. Significa che sta normalizzando quel linguaggio xenofobo e razzista (per pura coincidenza il “nemico” numero uno identificato dalla propaganda è un ebreo). Esattamente come i video remix non fanno satira, normalizzano la narrazione della Meloni su sé stessa. E il problema è che non si può far partire una critica ad un qualsiasi politico utilizzando solo le parole che ha scelto di dire mettendole in musica.
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