Lucia Azzolina: la ministra dell’Istruzione e la tesi copiata dai manuali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-12

Il caso della 5S Azzolina, titolare della Scuola: molti passi riprodotti da testi specialistici nel lavoro presentato all’ateneo di Pisa nel 2010 per abilitarsi a insegnare alle superiori

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Massimo Arcangeli, linguista e critico letterario, accusa oggi su Repubblica la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di aver copiato la sua tesi dai manuali.  “Un caso di ritardo mentale lieve associato a disturbi depressivi” è il titolo della tesi conseguita dalla neoministra all’Università di Pisa nel 2009 (così sul frontespizio; nel 2010 secondo il curriculum ufficiale), presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana, e di complessive 41 pagine (relatore: Gianluca D’Arcangelo).

Ora, confrontando diversi passi dell’estratto del lavoro disponibile online, corrispondente alle prime tre pagine, con i rispettivi originali, si scopre che più o meno la metà di quel che c’è scritto in quell’estratto è il risultato di un plagio. E la ministra dell’Istruzione non solo non virgoletta quel che non è farina del suo sacco, e già il fatto sarebbe di per sé molto grave, ma nei luoghi corrispondenti ai passi interessati, per giunta, non cita nessuna delle fonti cui ha attinto a man bassa. Direttamente o, forse, indirettamente (dal momento che nessuno dei testi menzionati qui di seguito compare nella bibliografia finale della tesi).

Il primo brano, filtrato da qualche fonte intermedia facilmente reperibile in rete (come la risposta di uno psicoterapeuta a una lettrice del Messaggero Veneto del 4 aprile 2005), riprende praticamente alla lettera un passaggio della voce “ritardo mentale” contenuta nel Dizionario di psicologia di Umberto Galimberti, la cui prima edizione è del 1992 (Torino, Utet; nella seconda, uscita per Utet Libreria nel 2006, furono ampliate tre voci e ne furono aggiunte altrettante).

lucia azzolina tesi copiata
I passaggi della tesi di Lucia Azzolina contestati (La Repubblica, 12 gennaio 2020)

Il secondo brano riproduce, con minime variazioni, un passaggio della voce “ritardo mentale” curata da Luigi Ravizza, Gabriele Masi, Mara Marcheschi e Pietro Pfanner per un monumentale Trattato italiano di psichiatria in tre volumi, un progetto editoriale coordinato da Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (coadiuvati da altri sette psichiatri).

Il terzo brano, a parte un paio di virgole, ricalca esattamente un altro passaggio della voce “ritardo mentale” del Dizionario psicologico di Galimberti, mentre per il quarto c’è l’imbarazzo della scelta. Agli addetti ai lavori il passo è talmente familiare (è stato ripetutamente ripreso da libri e articoli successivi alla prima fonte di attestazione) che riesce difficile spiegarsi come non se ne sia accorto già allora il relatore della tesi discussa da Lucia Azzolina. Anche qui la fonte di riferimento, la traduzione italiana (Milano, Masson, 1983) di un noto manuale dell’American Psychiatric Association più volte ristampata o riedita (seconda e terza edizione, pubblicate entrambe ancora da Masson: 1988 e 1995), è saccheggiata senza essere nemmeno menzionata; si tratta del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali curato, per il versante italiano, da Vittorino Andreoli, Giovanni B. Cassano e Romolo Rossi.

Quando, tre anni fa, emerse una vicenda simile che coinvolse l’allora ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia, le polemiche furono molto violente, soprattutto sul fronte grillino, e Danilo Toninelli arrivò a chiederne le dimissioni. E adesso?

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