L’incontro di Beppe Grillo con l’ambasciatore della Cina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-25

 “Voglio sapere se Beppe Grillo, che è il leader politico di un partito di governo, è andato a prendere ordini dall’ambasciata cinese, se Di Maio è un prestanome del Ministro degli Esteri, se ha preso soldi dalla Cina, dopo essere stato quattro ore in ambasciata. Su questo presenteremo le nostre domande, nel prossimo question time di mercoledi’ alla Camera”, ha detto Giorgia Meloni

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«Ma non è questo che mi preoccupa di Grillo: sono colpito dai suoi incontri con l’ambasciatore cinese e i frequenti viaggi di Di Maio in Cina. E, per contro, stanno zitti sulla situazione di Hong Kong»: Matteo Salvini, campione mondiale di silenzio in aula quando si parla di qualcosa che ha fatto Putin, è tanto preoccupato per Beppe Grillo che incontra l’ambasciatore cinese. Di più: “Non vorrei che stessero cambiando la collocazione internazionale dell’Italia. Mentre rompono le scatole a me per la Russia, questi tengono rapporti con una dittatura che ha fame di conquista e vocazione imperialista”, aggiunge il Capitano, che ovviamente dormiva quando il governo Conte One sponsorizzava Huawei.

L’incontro di Beppe Grillo con l’ambasciatore della Cina

La storia è stata raccontata oggi da La Stampa e da Repubblica: l’ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, ha chiesto a Beppe Grillo un incontro nella Capitale alla prima occasione utile. Le cronache raccontano di due ore e mezza di faccia a faccia nella sede diplomatica di via Bruxelles, nel tardo pomeriggio di sabato. Un altro era stato organizzato e poi era sfumato nei mesi precedenti. Poi sono arrivati i post ospitati sul blog di Grillo, sui quali si è scatenata la polemica per i tratti giustificazionisti nei confronti del regime di Pechino, sono storia di questi giorni.

beppe grillo ambasciatore della cina li junhua

Ieri il “garante” su Facebook l’ha buttata sul vecchio copione comico, raccontando di «un piacevole incontro con l’ambasciatore della Cina Li Junhua: gli ho portato del pesto e gli ho detto che se gli piacerà dovrà avvisarmi in tempo perché sarei in grado di spedirne una tonnellata alla settimana, sia con aglio che senza, per incoraggiare gli scambi economici!».

L’incontro di Grillo con l’ambasciatore

Salvini non è stato l’unico ad andare all’attacco di Beppe: “Voglio sapere se Beppe Grillo, che è il leader politico di un partito di governo, è andato a prendere ordini dall’ambasciata cinese, se Di Maio è un prestanome del Ministro degli Esteri, se ha preso soldi dalla Cina, dopo essere stato quattro ore in ambasciata. Su questo presenteremo le nostre domande, nel prossimo question time di mercoledì alla Camera”, ha detto Giorgia Meloni a Povera Patria. Poi è arrivato anche Maurizio Gasparri: “La Cina fa un dumping sociale ed un dumping ambientale, mettendo sul mercato internazionale prodotti, ad esempio della siderurgia, realizzati inquinando il pianeta e sfruttando i lavoratori. Non si garantiscono quegli standard ambientali considerati essenziali a livello internazionale, non si garantiscono i diritti dei lavoratori in alcun modo. La Cina nega la democrazia e la libertà. Fa una concorrenza sleale all’occidente ed al mondo intero da anni e anni. E i governi italiani guidati da Conte stanno svendendo l’Italia alla Cina. Con i grillini in prima linea”.

luigi di maio arance cina - 4

E poi ancora Meloni: “Nel prossimo question time di mercoledì 27 novembre alla Camera, Fratelli d’Italia chiederà al Governo una risposta ufficiale sui rapporti dei vertici del M5S con il governo cinese: le cene e gli incontri di Beppe Grillo con l’Ambasciatore di Pechino a Roma; il numero di viaggi e visite ufficiali, e non, da parte di membri dell’Esecutivo in Cina, Di Maio in primis; i rapporti economici tra la Casaleggio Associati ed aziende cinesi. Gli italiani hanno il sacrosanto diritto di sapere o no se l’Italia ha una politica estera decisa da Grillo e Casaleggio e portata avanti da Di Maio ed il M5S. Perché un conto è dialogare con altre Nazioni nei normali contesti istituzionali, altra cosa è andare alla chetichella a farsi dare istruzioni da uno Stato straniero. Pretendiamo chiarezza e per questo Fratelli d’Italia chiederà anche l’istituzione di una commissione speciale alla Camera per far luce sulle ingerenze straniere e, segnatamente, quelle cinesi sul governo italiano. È in gioco la credibilità dell’Italia a livello internazionale e la difesa dei nostri interessi nazionali”. A chiudere la fila Anna Maria Bernini di Forza Italia: “Grillo è di casa all’ambasciata cinese, Casaleggio flirta con Huawei e il ministro degli Esteri Di Maio fa solo viaggi in Cina mentre diserta il G20 a a Tokyo. È chiaro da che parte sta il governo italiano: con l’imperialismo cinese e contro la libertà. E il Pd acconsente”.

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