La lettera dei deputati M5S contro il Decreto Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-19

Diciannove deputati del MoVimento 5 Stelle hanno inviato una mail al capogruppo pentastellato Francesco D’Uva per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al testo del Decreto Sicurezza licenziato dal Senato lo scorso 7 novembre con la fiducia dopo l’emendamento votato dal capitano e senatore Gregorio De Falco su cui il governo è stato battuto. Lo …

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Diciannove deputati del MoVimento 5 Stelle hanno inviato una mail al capogruppo pentastellato Francesco D’Uva per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al testo del Decreto Sicurezza licenziato dal Senato lo scorso 7 novembre con la fiducia dopo l’emendamento votato dal capitano e senatore Gregorio De Falco su cui il governo è stato battuto. Lo scrive l’Adn Kronos che fa sapere anche che la missiva sarebbe stata sottoscritta da 19 parlamentari, per lo più alla prima legislatura. Il DL – si legge nella lettera – “non trova, in molte sue parti, presenza nel Contratto di governo ed è, in parte, in contraddizione col programma elettorale del Movimento 5 Stelle”.Quindi, la richiesta dei pentastellati è di “esercitare il diritto di noi parlamentari per lasciare una traccia chiara e precisa – si legge ancora – di quale sia la posizione del Movimento 5 stelle su questo provvedimento”.

gregorio de falco luigi di maio

“Nella mail – spiega all’Adnkronos un deputato – si chiede di presentare emendamenti al dl sicurezza” ma soprattutto “di aprire un tavolo di confronto interno”. Una richiesta di attenzione e considerazione da parte del direttivo, quella che arriva dai 19 deputati grillini. Alla Camera – dove sono in corso le audizioni, in Commissione Affari Costituzionali, sul decreto sicurezza – rischia dunque di aprirsi un nuovo fronte dopo le tensioni al Senato che hanno visto protagonisti 5 esponenti M5S (oltre a De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero), i quali si sono rifiutati di partecipare al voto di fiducia al governo sul provvedimento e per questo motivo sono finiti sotto la lente di ingrandimento del collegio dei probiviri. Il decreto rappresenta una priorità per il governo e in particolare per il ministro dell’Interno Salvini. Anche per questo motivo, il testo viene considerato ‘chiuso’. Non ci sarebbero i tempi per rimandarlo a Palazzo Madama, in caso di modifiche. E la questione di fiducia viene considerata quasi scontata.

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