Legge elettorale: la scheda del Rosatellum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-19

Nel nuovo sistema accanto ad ogni candidato nel maggioritario c’è il simbolo della lista a lui collegata nel proporzionale; accanto al simbolo ci sono i nomi dei candidati del listino bloccato

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Repubblica pubblica oggi una simulazione della scheda del Rosatellum, ovvero della legge elettorale che Ettore Rosato, capogruppo del Partito Democratico, ha proposto e il cui relatore sarà Emanuele Fiano. Nel nuovo sistema di voto accanto ad ogni candidato nel maggioritario c’è il simbolo della lista a lui collegata nel proporzionale; accanto al simbolo ci sono i nomi dei candidati (da due a quattro) del listino bloccato. Si potrà votare con un segno sul nome del candidato nell’uninominale o con un segno sulla lista collegata. In caso di doppio segno su candidato e lista corrispondente il voto è valido, mentre è escluso il voto disgiunto: non si può votare un candidato uninominale e una lista a lui non collegata nel proporzionale.

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La scheda del Rosatellum (La Repubblica, 19 maggio 2017)

Così funziona la legge elettorale del Partito Democratico: con il Rosatellum, come ha spiegato Roberto D’Alimonte, si avvantaggiano alcuni partiti o raggruppamenti:

Se si presentassero da soli, cioè senza fare alleanze, la partita si giocherebbe quasi esclusivamente tra Pd e M5s. Infatti, se Berlusconi e Salvini non facessero accordi per presentare candidati comuni nei collegi Forza Italia rischierebbe di non vincere alcun seggio maggioritario né al Nord né al Sud. Si dovrebbe accontentare di una modesta quota di seggi proporzionali. La Lega forse prenderebbe un po’ di seggi uninominali al Nord, ma in questa zona del paese i veri vincitori sarebbero comunque Pd e M5s.
Stessa situazione nelle regioni della ex zona rossa dove prevarrebbe il partito di Renzi su quello di Grillo, mentre nelle regioni del Sud sarebbe il M5s a vincere la maggior parte dei collegi uninominali. Questo sarebbe il quadro senza alleanze pre-elettorali e sulla base delle stime di voto attuali. È possibile che Pd o M5s possano arrivare alla maggioranza assoluta dei seggi? L’assenza di un polo di centro-destra unito aumenterebbe la probabilità di un esito simile, ma la presenza di una quota proporzionale pari al 50% dei seggi totali in ogni caso rappresenterebbe un ostacolo non facile da superare.

Leggi sull’argomento: Chi vince con il Rosatellum

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