Legge elettorale: cosa succede con il Rosatellum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-18

Il sistema dei collegi potrebbe mettere in difficoltà i grillini e favorire una vittoria anche nel proporzionale grazie alla scelta del candidato azzeccato. Il proporzionale riequilibrerebbe comunque le sorti

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Il Rosatellum è in rampa di lancio anche al Senato. Ieri il Partito Democratico ha scoperto le carte della sua legge elettorale che Ettore Rosato ha presentato in Commissione Affari Costituzionali con Emanuele Fiano come relatore. La soluzione prevede un 50% di eletti con il maggioritario e il 50% con il proporzionale. E quindi ci saranno 303 deputati eletti in altrettanti collegi uninominali e altrettanti eletti con metodo proporzionale senza meccanismo di scorporo in circa 80 circoscrizioni sub regionali, in listini bloccati di quattro nomi. Il Corriere della Sera, che ribattezza “Mattarellum bis” la legge, sostiene che il PD abbia una buona base di voti per approvarlo anche al Senato.

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I numeri per il Rosatellum al Senato (Corriere della Sera, 18 maggio 2017)

Legge elettorale: cosa succede con il Rosatellum

Ora il Rosatellum potrebbe infatti contare su «188 voti tra Pd, Ala, Gal, Lega, i 27 di Alfano e dieci del nuovo gruppo», come sostiene Danilo Toninelli del M5S parlando però di un nuovo gruppo per il sostegno alla legge elettorale che si è poi rivelato una bufala. Il punto però è che con questo sistema la Camera avrebbe una ripartizione peculiare: metà dei parlamentari verrebbe eletto con il proporzionale mentre metà arriverebbe in parlamento grazie ai collegi con il maggioritario a turno unico. Una scelta non casuale per Renzi che parte dal risultato del referendum, che lo ha visto perdere contro l’opposizione unita 60 a 40: quel risultato, che non è bastato per la riforma costituzionale, potrebbe invece essere sufficiente per vincere in un collegio in cui gli altri partiti non si uniscono ma marciano divisi. 
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Non solo: grazie ai collegi nell’uninominale la scelta del candidato (della persona del candidato) prevarrà su quella della lista che si vota con il proporzionale: una situazione che nell’idea dei renziani permetterebbe di far vincere il collegio al candidato azzeccato o conosciuto dal territorio contro quello selezionato per lo scontro in rete (ovvero contro il candidato dei grillini). Nei collegi è eletto il candidato che arriva primo. Nella parte relativa alle liste si entra con la proporzionale solo superando il 5%. Il 50% di collegi uninominali e la significativa soglia di sbarramento favoriscono la creazione di una maggioranza anche se non la garantiscono. Basterà?

Leggi sull’argomento: Rosatellum: come funziona la legge elettorale del Partito Democratico

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