Fact checking
Le reazioni avverse delle scuole alle certificazioni tattiche degli antivax per aggirare il decreto vaccini
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-09-07
I Genitori Preoccupati non sanno cosa fare: tra “prenotazioni tattiche”, “dichiarazioni atipiche” e diffide per violazione dei trattati internazionali stanno scoprendo che le scuole non hanno intenzione di cadere nei trucchetti dei no-vax. E adesso cosa si inventeranno?
Manca meno di una settimana all’11 settembre, data entro la quale i genitori dei bambini iscritti alle scuole dell’infanzia e alle scuole materne dovranno presentare l’autocertificazione che attesta la regolarità delle vaccinazioni. I Genitori Preoccupati™, amorevolmente assistiti da associazioni e avvocati “per la libertà di scelta” contro l’obbligo vaccinale, sorprendentemente non sanno che cosa fare. Le indicazioni sono contraddittorie: c’è chi dice che l’autocertificazione non va assolutamente presentata perché significa legittimare una legge incostituzionale. Altri invece propongono di fare obiezione di coscienza ed infine c’è chi mette a disposizione una “certificazione atipica”.
Cosa ne pensano le scuole delle certificazioni tattiche dei no-vax
È il caso di Comilva che suggerisce di trasmettere alla ASL il modello con il quale i genitori dichiarano di aderire all’invito da parte del centro vaccinale ma chiedono di spostare l’appuntamento. Oppure in alternativa di utilizzare un modulo di certificazione leggermente diverso da quello presente nella circolare del Ministero. Nel documento i genitori dichiarano di aver presentato formale richiesta di appuntamento all’ASL ma di subordinare ogni iniziativa vaccinale “all’acquisizione di utili elementi e informazioni indispensabili ad addivenire a una scelta consapevole in piena salvaguardia della salute di nostro figlio”. Insomma, la dichiarazione atipica non è altro che un modo di prendere tempo senza dover dichiarare il falso.
Curiosamente però i dirigenti scolastici non sembrano essere intenzionati ad accettare la “certificazione atipica”. E i genitori hanno iniziato a preoccuparsi di nuovo. A questo poi si aggiunge la preoccupazione per la privacy. Una cosa piuttosto curiosa da parte di persone che non si sono fatte scrupoli nel mettere in bella mostra i pargoli durante le manifestazioni.
Si può procedere eventualmente con la “raccomandata tattica” ovvero l’indicazione dell’avvenuta prenotazione ovviamente senza ammissioni di sorta.
Anche qui però siamo al limite della dichiarazione mendace quando il genitore ammette tranquillamente di non aver presentato nessuna formale richiesta di vaccinazione e di non aver preso nemmeno contatto con l’ASL di riferimento.
Ma anche la scelta di ricorrere alla “prenotazione tattica” (così la chiama Comilva) non è esente da rischi e non fuga i dubbi e le paure dei genitori. Sarà sufficiente? Oppure la scuola rifiuterà l’iscrizione del bambino?
Comilva ha anche prodotto un altro documento da inviare all’ASL nel quale si chiede l’appuntamento e contestualmente la trasmissione “di ogni informazione utile e necessaria ad esprimere il nostro consenso in merito alle vaccinazioni proposte”.
I genitori informati in attesa di informazioni vogliono solo perdere tempo, anche perché l’Istituto Superiore di Sanità ha da tempo pubblicato un vademecum con le risposte a tutte le domande difficili sulle vaccinazioni pediatriche.
La diffida per violazione dei trattati internazionali
C’è però chi non si accontenta di giocare a fare l’azzeccagarbugli. Prima o poi questi trucchetti verranno disinnescati e allora i genitori che hanno presentato le autocertificazioni saranno costretti a bere l’amaro calice del vaccino obbligatorio. L’alternativa per alcuni è l’obiezione di coscienza attiva. Ovvero la rinuncia dell’iscrizione alla scuola per l’anno scolastico che sta per iniziare. La motivazione è “violazione dei trattati internazionali sulla tutela della persona umana” ed in sostanza è il nocciolo della diffida del Popolo Unico.
Diffida con la quale però il Legale Rappresentate non esprime “la contrarietà ai protocolli vaccinali tout-court” ma lamenta la mancanza di informazione, la violazione dei trattati e la non sussistenza della necessità dell’azione vaccinale da parte dello Stato.
Qualsiasi sia la strada scelta per non vaccinare i propri figli l’unico obiettivo è quello di prendere tempo. Ma per quanto? Fino a che la legge non sarà abrogata o dichiarata incostituzionale. Ecco il senso delle varie prenotazioni rinviate “per motivi di salute” della necessità di ritardare il più possibile. Un giorno ormai prossimo i bravi ed amorevoli avvocati delle associazioni no-vax, anti-vax, free-vax e per la libera scelta riusciranno a far cancellare quella legge. Anche se nel frattempo il Veneto ha già sospeso la moratoria sui vaccini che tante speranze aveva dato ai no-vax.
E nel caso non ci riuscissero poco male: tanto a stare a casa da scuola saranno i bambini. E nel frattempo ci sono genitori che implorano i medici di fare gli esami “anticorporali” per poter ottenere l’esenzione dalle terribili vaccinazioni.