L’affarone della Sicilia che ha votato il centrodestra: a rischio gli stipendi dei dipendenti pubblici

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-22

 Il segretario regionale della Uil, Claudio Barone, ha chiesto ieri sera all’Assemblea di “intervenire tempestivamente e con opportune modifiche anche al disegno di legge per evitare di bloccare stipendi e pensioni dei dipendenti ma anche tutte le spese della Regione”

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Ieri all’Assemblea Regionale Siciliana si è consumato l’ultimo atto del dramma politico della Giunta Musumeci: l’esercizio provvisorio è stato affondato con un voto palese che è passato per un solo “sì” di troppo: la maggioranza che va sotto si è concentrata dunque sui nomi degli assessori regionali Toto Cordaro e Bernardette Grasso, che pur essendo presenti in Aula non hanno espresso la preferenza, e i Cinquestelle su quello di Sergio Tancredi, che già nei giorni scorsi era stato accusato di intelligenza col nemico per il blitz del centrodestra che ha portato all’elezione di Angela Foti al posto di Francesco Cappello alla vicepresidenza dell’Ars. Non sono i soli, ovviamente: il resoconto dell’Ars mostra impietosamente i presenti e non votanti, e svela dunque nel centrosinistra il nome di Edy Tamajo (Italia Viva) e nel centrodestra quelli di Vincenzo Figuccia (Udc), Giuseppe Gennuso e Tony Rizzotto (Ora Sicilia) e Alfio Papale e Michele Mancuso (Forza Italia). La Giunta Musumeci aveva già fallito una decina di giorni fa l’obiettivo più importante dell’anno:  l’approvazione del bilancio. Proprio come Sardegna, Umbria e Basilicata anche un’altra regione governata dal centrodestra non riesce a portare a casa il bilancio ed andrà in esercizio provvisorio.

sicilia musumeci lega esercizio provvisorio- 2

Ma c’è di più. Il segretario regionale della Uil, Claudio Barone, ha chiesto ieri sera all’Assemblea di “intervenire tempestivamente e con opportune modifiche anche al disegno di legge per evitare di bloccare stipendi e pensioni dei dipendenti ma anche tutte le spese della Regione”. Gli hanno fatto eco poco dopo Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione della Cisal: “La soppressione dell’esercizio provvisorio della Regione Siciliana, approvato questa sera dall’Ars, rischia di rivelarsi un colpo mortale non solo per migliaia di lavoratori i cui stipendi sono a rischio, come per esempio Lsu, Resais e Pip, ma in generale per l’attività amministrativa che di fatto verrebbe bloccata, al netto delle sole spese essenziali, colpendo gli enti locali. Una vera e propria sciagura che va evitata a tutti i costi: il governo regionale e l’Assemblea trovino una soluzione immediata”.

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