Opinioni

La quasi rissa al Tg1

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-14

Giovanna Vitale su Repubblica racconta oggi che il pressing leghista sul Tg1 sta facendo schizzare la tensione alle stelle in redazione. Ieri, subito dopo l’edizione delle 13,30, il direttore in quota grillina Giuseppe Carboni e il vice di fede sovranista Angelo Polimeno Bottai sarebbero quasi arrivati alle mani: A far scattare la scintilla, una questione relativa […]

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Giovanna Vitale su Repubblica racconta oggi che il pressing leghista sul Tg1 sta facendo schizzare la tensione alle stelle in redazione. Ieri, subito dopo l’edizione delle 13,30, il direttore in quota grillina Giuseppe Carboni e il vice di fede sovranista Angelo Polimeno Bottai sarebbero quasi arrivati alle mani:

A far scattare la scintilla, una questione relativa ai turni. Esplosa però all’indomani delle promozioni decise dal direttore, ma frutto della rigida lottizzazione gialloverde.

Dei due nuovi capiredattori ad personam, infatti, uno è espressione 5S (Alberto Matano), l’altro leghista (Sonia Sarno). Dopo essersi insultati davanti ai colleghi, Carboni e Polimeno si sono chiusi in una stanza ma i toni sono rimasti alti . Ora del caso si occuperà l’ad Salini.

giuseppe carboni

Giuseppe Carboni, 57 anni, direttore del Tg1 gradito al governo di Giuseppe Conte, sembra discostarsi molto dai principi del Governo del Cambiamento enunciati in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Come ha raccontato tempo fa Marco Lillo sul Fatto, il Tg1 ha registrato con le sue telecamere martedì scorso le immagini di una parte molto delicata dell’audizione del collaboratore Giovanni Brusca al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Brusca, su sollecitazione del pm Stefano Luciani, ha rievocato un incontro dell’estate del 1995 con il boss Matteo Messina Denaro, tuttora latitante. Mentre parlava di orologi, Matteo Messina Denaro avrebbe detto a Brusca che Giuseppe Graviano (boss di Brancaccio condannato per le stragi del 1992 e 1993) avrebbe visto un orologio prezioso del valore di 500 milioni di lire “al polso di Silvio Berlusconi in un incontro a quattr’occhi (…) non lo aveva visto su una rivista”. Matteo raccontava a Brusca, secondo quest’ultimo: “Giuseppe Graviano gli ha visto un orologio a Berlusca, come lo chiamavano loro”. Ma poi non ha mandato in onda niente.

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