Il massacro di Di Maio per le capilista donne M5S alle europee

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-14

Mentre ieri Luigi Di Maio al Tempio di Adriano presentava le cinque capilista nei commenti delle pagine Facebook ufficiali del M5S si scatenavano i commenti negativi

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Nel MoVimento 5 Stelle non sembrano entusiasti per l’esordio della campagna delle elezioni europee. I grillini hanno un problema e nessuna voglia di nasconderlo: i capilista donne. E così, mentre ieri Luigi Di Maio al Tempio di Adriano presentava le cinque capilista nei commenti delle pagine Facebook ufficiali del M5S si scatenavano i commenti negativi.

Il massacro di Di Maio per le capilista donne alle europee M5S

Le cinque prescelte sono l’amministratore delegato di Olidata Alessandra Todde (Isole), la docente di Didattica e Pedagogia speciale Chiara Maria Gemma (Sud), la dottoressa Daniela Rondinelli, membro del gabinetto di presidenza del Cese (Centro), la dottoressa Maria Angela Danzì, segretario generale e direttore generale di Comuni e Province (Nord Ovest), la giornalista Sabrina Pignedoli (Nord Est). I commenti alle due aggregazioni su Fb però non erano entusiasti. C’era chi parlava del M5S al governo:

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Ma soprattutto c’era chi segnalava che questa decisione è stata calata dall’alto:

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E insieme a qualcuno che ancora non ha pienamente compreso il meccanismo del M5S (e chi comanda), c’era anche chi ne approfittava per qualche insulto sessista:

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Di Maio ha già dovuto fare i conti con la sindaca di Torino a cui avrebbe voluto “scippare” l’assessora all’innovazione per candidarla a Strasburgo. Ha vinto Chiara Appendino e Paola Pisano è rimasta al suo posto.

La rivolta delle eurodeputate uscenti

Al Nord Est invece il capo politico M5s farà correre come capolista Sabrina Pignedoli, cronista esperta della criminalità organizzata, consulente della Commissione antimafia, una che con le sue inchieste ha contributo alle indagini sul caso Aemilia: il suo obiettivo è quello di “portare la lotta alle mafie ad un livello transnazionale”. Al Centro correrà invece Daniela Rondinelli, componente del Comitato economico e sociale europeo, militante della Cisl mentre per il Sud presenterà la docente universitaria barese, la pedagoga Chiara Maria Gemma. Confermata per le Isole la manager di Olidata Alessandra Todde. Tutte candidature “esterne” al M5s che dovranno essere ratificate da un nuovo voto in rete degli iscritti.

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Ma, scrive il Messaggero, sono particolarmente irritate le eurodeputate uscenti del Movimento, che a parte Tiziana Beghin non rilanciano sulle loro pagine la diretta Facebook e si trincerano nel silenzio.«Le prescelte di Di Maio saranno anche bellissime persone, ma così si rischia di mandare in fumo il duro lavoro che ci siamo smazzate in cinque anni», è lo sfogo di una di loro.

La polemicuccia con la Lega

Intanto Di Maio prova a mettere pepe nella campagna per le europee.  «La parola sovranismo mi piace, ma il fronte dei sovranisti non cura gli interessi dell’Italia», ribadisce al Tempi di Adriano. «La lotta all’austerity e la redistribuzione dei migranti sono punti scritti in tutti i programmi elettorali, ma poi bisogna guardare i fatti: ci sono forze politiche che questa promessa l’hanno tradita». E non si tratta certo della sua, si guardi all’altro vicepremier semmai: «Noi siamo coerenti», rivendica il capo 5S, tanto più che oltreconfine «stanno crescendo movimenti nuovi che mi ricordano quello che eravamo noi dieci anni fa, troveremo altre forze politiche con cui accordarci». Senza scendere a patti con i nemici del Paese, è il sottinteso. Repubblica commenta:

Strategia necessaria a riconquistare un elettorato sempre più attratto dalla Lega, galvanizzare le truppe in ansia per il calo dei consensi e marcare un’alterità che la convivenza a palazzo Chigi ha ormai scolorito. Badando però bene a non metterla in discussione. E infatti: «Le Europee non c’entrano nulla col governo, quale che sia il risultato», precisa Di Maio. Perciò Salvini non si faccia strane idee, abbandoni il progetto di imporre un suo uomo nel governo di Bruxelles: «Noi puntiamo ad avere il commissario all’Industria, fondamentale per il nostro tessuto produttivo, e sarà frutto di una scelta condivisa. Un’intesa si trova sempre alla fine». Peccato che non sembri: il Carroccio vuole il Commercio, fanno subito sapere da Via Bellerio.

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