Politica
La proposta di Renzi non piace a Pisapia
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-06-11
Modi e tempi della proposta del segretario PD non convincono l’ex sindaco di Milano. Che rilancia sulle primarie
Giuliano Pisapia non sembra entusiasta della proposta di Matteo Renzi. Un retroscena di Repubblica spiega oggi che l’ex sindaco di Milano ha smentito di aver sentito in privato il segretario del Partito Democratico ed è tornato a chiedere le primarie:
«Ho letto sui giornali – si è sfogato l’ex sindaco di Milano con i suoi – che ci sarebbe stata una telefonata tra me e lui, ma io non lo sento da un po’ di tempo». Inutile aggiungere quanto Pisapia sia infastidito dall’aver appreso in modo estemporaneo di offerte di alleanze tra il Pd e il suo Campo progressista. Le puntate in chiaro di questa trattativa tutta da costruire sono queste: fallita la legge elettorale tedesca alla Camera, Renzi si è affrettato a offrire un accordo a Pisapia al Senato, dove la legge elettorale in vigore, scheletro del vecchio Porcellum, prevede la possibilità di correre in coalizione.
Pisapia ha chiuso la porta («Non si può fare un’apertura in questo modo») poi ha un po’ ammorbidito, mettendo subito in chiaro che, senza un progetto comune che preveda primarie di coalizione, non si va da nessuna parte. Qualcosa si è mosso nella cerchia stretta renziana, Luca Lotti e Lorenzo Guerini hanno cercato di aprire un canale di comunicazione con l’entourage di Pisapia, ma i primi contatti non hanno ancora prodotto nemmeno un appuntamento. Per ora resta un velo di diffidenza reciproca. Anche dal Pd ammettono: «Non è una
cosa che si fa in due giorni».
Il quotidiano spiega che per adesso i modi di Renzi non convincono l’ex sindaco di Milano:
Telefonate o no, tempi e modi della mossa renziana non convincono Pisapia: «È tutto molto improvvisato – ha spiegato ieri ai suoi interlocutori – ma non è riscoprendo da un giorno all’altro il valore della coalizione che si può impostare un discorso serio». Ciò che più spiace a Pisapia è il carattere per così dire “personale” dell’offerta politica: «Renzi si rivolge a me come se io non avessi un mio movimento, come se non avessi degli alleati che vanno coinvolti in una discussione politica».
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