La letteraccia dei medici ad Attilio Fontana dopo la scenetta della mascherina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Il presidente della FNOMCEO denuncia la “grave carenza” di mascherine del tipo Fpp2 e Fpp3, tute, occhiali per poter visitare i pazienti in sicurezza. Proprio ieri due dottoresse in quarantena nel Lodigiano hanno denunciato che l’unico collega arrivato in sostituzione aveva ricevuto soltanto due mascherine e nessun’altra dotazione

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“Non si può accettare che i nostri medici si trovino a fronteggiare l’emergenza Covid-19 senza le dotazioni per la protezione personale dal virus”. Lo scrive in una lettera al governatore della Lombardia Attilio Fontana il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. “Un medico che si ammala – aggiunge – è un medico sottratto al servizio sanitario nazionale e alla tutela del diritto alla salute”.

La letteraccia dei medici ad Attilio Fontana dopo la scenetta della mascherina

Non è evidentemente un caso che la lettera dei medici a Fontana arrivi dopo la scenetta della mascherina fatta dal governatore lombardo. Il presidente di Fnomceo, che ha raccolto numerose testimonianze dei medici che si trovano nelle “zone rosse” e lavorano sul territorio, registra la “grave carenza” di mascherine del tipo Fpp2 e Fpp3, tute, occhiali per poter visitare i pazienti in sicurezza. Proprio ieri due dottoresse in quarantena nel Lodigiano hanno denunciato che l’unico collega arrivato in sostituzione aveva ricevuto soltanto due mascherine e nessun’altra dotazione. Anelli chiede poi al Presidente della Lombardia che venga attivato un doppio canale di assistenza sanitaria nelle ‘zone rosse’: “uno con strutture specifiche ed équipe dedicate, l’altro per le visite di routine, da gestire con dispositivi di sicurezza al momento carenti”.

attilio fontana mascherina

Alle parole di Anelli si associa il presidente dell’Ordine dei Medici di Lodi Massimo Vajani: “Occorre adesso un aiuto concreto e urgente, che non debba fare i conti con i tempi della burocrazia”, dice, “servono tensostrutture dedicate al triage per il Covid-19, in modo da riattivare i pronto soccorso che, come quelli di Codogno e di Casalpusterlengo, sono stati chiusi, e renderli accessibili agli altri pazienti”. Vajani chiede anche che vengano “potenziate le sostituzioni dei medici di Medicina Generale, che hanno scelto di trascorrere la quarantena nei loro ambulatori, per poter continuare almeno a fare prescrizioni e triage telefonici. È necessario potenziare gli organici degli ospedali, per dar modo ai colleghi di staccare. Tutti questi medici, ai quali, come Ordine e come Federazione, va la nostra gratitudine, devono essere sostenuti con provvedimenti rapidi ed efficaci”.

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