Opinioni
Cosa succede quando si “adottano” le nutrie
Giovanni Drogo 11/04/2018
È il capro espiatorio per eccellenza, causa di tutti i mali che capitano alle campagne e alle rive dei fiumi, c’è chi le trova prelibate e chi invece le vuole adottare. Ma una cosa è certa, ogni volta che qualcuno avvista una nutria diventa subito una notizia
Della nutria non si butta via niente, soprattutto quando fa notizia. Il simpatico e mansueto Myocastor coypus è un roditore ormai entrato a far parte del paesaggio urbano di tutte quelle città attraversate da corsi d’acqua. L’unico vero problema delle nutrie è che sono animali selvatici alloctoni di difficile gestione. C’è chi vorrebbe eliminare senza farsi troppi scrupoli, ci invece studia metodi “incruenti” di contenimento della popolazione e chi invece le adotta perché – spiega – le nutrie sono meglio di un figlio.
Qualche anno fa Libero ha raccontato la storia Maraiah, la nutria adottata da Angelica Benazzi. La donna curiosamente è scomparsa dai social e non si sa che fine abbia fatto Maraiah. Ma a quanto pare quella della nutria addomesticata è una storia ricorrente. Il primo e più famoso è stato Willy, un esemplare orfano adottato del biologo e castorologo Samuele Venturini. Poi è arrivata Spank, la nutria albina che viveva assieme ad alcuni cani. C’è anche spazio per storie non a lieto fine, come quella di Kiwi, adottata e poi rimasta vittima di un tragico incidente.
Le nutrie invece continuano a fare capolino sui quotidiani locali. A Forlì un lettore denuncia casi di avvelenamento all’interno di un parco cittadino. A Biella la Provincia ha annunciato ieri l’inizio di un corso (previsto per il 5 maggio) rivolto agli “operatori” che si occuperanno del piano di contenimento della nutria nel territorio biellese. Ad ottobre dell’anno scorso un piano analogo, varato dalla Città Metropolitana di Torino, aveva messo in difficoltà la sindaca Chiara Appendino che era stata travolta dalle polemiche degli animalisti. A fine marzo gli animalisti hanno protestato in Friuli contro il piano varato dalla giunta regionale mentre a Verona le nutrie avrebbero addirittura fatto crollare un tratto di otto metri della pista ciclabile che corre lungo l’argine. A Lecco infine l’avvistamento di alcune nutrie lungo una pista ciclopedonale ha fatto scattare subito “l’allarme”. Ci vorrà ancora del tempo prima che le nutrie possano tornare a vivere la loro esistenza placida e pacifica.
Foto copertina via Pixabay