«Mio padre è morto perché ha creduto a Donald Trump»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-18

Kristin Urquiza, che ha visto il padre morire a giugno dopo una battaglia di settimane contro le complicazioni causate da COVID-19, ha incolpato il presidente Donald Trump e il fallimento della sua leadership per la sua morte in un video trasmesso in prima serata nel primo giorno della Convention democratica e diventato subito virale

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Kristin Urquiza, che ha visto il padre morire a giugno dopo una battaglia di settimane contro le complicazioni causate da COVID-19, ha incolpato il presidente Donald Trump e il fallimento della sua leadership per la sua morte in un video trasmesso in prima serata nel primo giorno della Convention democratica e diventato subito virale. Urquiza ha incolpato anche il governatore repubblicano dell’Arizona, uno dei tre fedelissimi del presidente degli Stati Uniti che ha allentato il lockdown prima del tempo e ha visto il suo Stato dover fronteggiare una seconda ondata dell’epidemia di Coronavirus SARS-COV-2. Nel video, intervallato da foto di famiglia che la ritraevano insieme al padre, la donna è andata all’attacco su tutto il fronte: “Il coronavirus ha chiarito che ci sono due Americhe, l’America in cui vive Donald Trump e l’America in cui è morto mio padre”, ha detto. “Quando è troppo è troppo. Donald Trump potrebbe non aver causato il coronavirus, ma le sue azioni disoneste e irresponsabili hanno reso le cose molto peggiori”.

Urquiza ha detto che gli Stati Uniti hanno bisogno di un leader che affronti la pandemia da una prospettiva basata sui dati e basata sulla scienza. Urquiza aveva pubblicato un necrologio in cui aveva messo sotto accusa  più genericamente “i politici che hanno messo a repentaglio la salute pubblica”. Suo padre, ha detto oggi Kristin, aveva votato proprio per Trump: “Ha votato per lui, lo ha ascoltato, ha creduto a lui e ai suoi portavoce quando hanno detto che il Coronavirus era sotto controllo e stava per scomparire”.

kristin urquiza donald trump 1

Così alla fine di maggio, dopo la fine del lockdown in Arizona, è andato in un bar karaoke con i suoi amici. L’11 giugno è risultato positivo al Coronavirus. Le sue condizioni sono peggiorate ed è stato portato in terapia intensiva ma non c’è stato nulla da fare: è morto il 30 giugno all’età di 65 anni. “Da solo, in terapia intensiva, con un’infermiera che gli teneva la mano”, ha concluso. “Mio padre era un sano 65enne. La sua unica condizione preesistente era fidarsi di Donald Trump e per questo ha pagato con la vita”.

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