Kazakhstan: molto più di Borat

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-10-15

In partenza per il Kazakhstan. Per molte persone è noto solo per essere la terra di Borat, il film satirico che, se uno lo vede in modo superficiale, mette in ridicolo i costumi di questa grande nazione asiatica, ma, in realtà mette in luce la debolezza e l’intrinseco razzismo della società americana. In realtà il Kazakhstan …

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In partenza per il Kazakhstan. Per molte persone è noto solo per essere la terra di Borat, il film satirico che, se uno lo vede in modo superficiale, mette in ridicolo i costumi di questa grande nazione asiatica, ma, in realtà mette in luce la debolezza e l’intrinseco razzismo della società americana. In realtà il Kazakhstan ha dato molto all’umanità, molto di più di Borat. Nelle steppe kazake è stato domato per la prima volta il cavallo. La mela è originaria del Kazakhstan. Ha le sue origini sul massiccio di Almaty. Gli orsi ne erano ghiotti e nel corso dei millenni hanno selezionato i meli che producevano i frutti più grandi. Quando iniziò la via della seta, furono i cavalli dei mercanti (anche loro ghiotti come gli orsi delle mele) a diffondere le mele progressivamente lungo tutto il percorso. Il Kazakhstan è anche la terra dei mitici cosacchi. Come non collegare questa terra al mitico Michele Strogoff ? I Kazaki che ho conosciuto sono tutti molto “napoletani”. Allegri, sociali, compagnoni e amanti (incredibilmente) di musica neo-melodica. Amano Albano, Toto Cutugno e i Ricchi e i Poveri. Saranno così anche quelli che conoscerò durante questo viaggio? Nel frattempo, nei giorni precedenti, mi sono dedicato a colmare un attimo la mia lacuna relativa alla letteratura e all’arte russa post rivoluzione d’Ottobre. E’ tutto un mondo che a causa del fascismo in Italia e della Guerra Fredda (che hanno ostracizzato la cultura sovietica) non è molto conosciuto. Si conosce abbastanza la Russia pre-rivoluzione e si conosce la Russia della ribellione alla nomenklatura Brezneviana (a partire da Solgenitsin), ma tutto quello che c’è in mezzo non lo si conosce (o almeno io non lo conosco). In questi giorni mi sono imbattuto, per caso in Efremov e in Rerich. Due personaggi incredibili che tutti dovrebbero conoscere. Efremov fu un paleontologo russo che per le sue scoperte si meritò il premio Stalin. Ma fu anche uno scrittore. Introdusse la fantascienza nell’Unione Sovietica. Scrisse “La Nebulosa di Andromeda” che si può definire la risposta sovietica ai mondi dispotici descritti in 1984 o nel Mondo Nuovo. Descrive un genere umano affratellato nello sviluppo delle scienze e del benessere sociale. Il regime comunista cercò di arruolarlo nella propaganda. Ma Efremov si rifiutò. Non si iscrisse mai al PCUS e anzi scrisse un libro “L’ora del toro” in cui criticava ferocemente una ipotetica dittatura oligarchica molto simile a quella sovietica. Per questo fu “attenzionato” dal KGB e considerato un traditore. La sua ultima opera, Thais l’Ateniese, pubblicato postumo e dedicato alla moglie, è un capolavoro. Racconta la storia di Thais, una cortigiana che seguì l’armata di Alessandro Magno durante la sua conquista dell’Asia, il suo incontro con la cultura persiana, l’iniziazione ai riti di Afrodite e il suo matrimonio con Tolomeo I, sovrano d’Egitto e fondatore della dinastia Tolemaica a cui appartenne la mitica Cleopatra. Era parta come prostituta ed era finita regina…Mica male.

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Rerich fu un grande pittore russo. Famoso già da giovane, rifiutò le onorificenze proposte a lui dai rivoluzionari russi. Andò via dalla Unione Sovietica nel 1920 e si trasferì negli USA. Ma non ruppe mai con la madrepatria. Oltre a dipingere si dedicò alla pace nel mondo. Sia nel 1929 che nel 1932 e 1935 fu candidato per il Premio Nobel per la Pace. La sua idea era che le guerre non solo dovessero rispettare gli ospedali, ma anche musei, scuole ed università. L’aspetto più rilevante della sua pittura fu il misticismo e il naturalismo. In tantissimi quadri traspare il suo amore verso i paesaggi Himalayani e verso la cultura indiana. Discusse con Nehru e la figlia di Ghandi il futuro dell’India nel 1942. Partecipò a varie spedizioni nel Tibet e nella Mongolia. Forse la cosa più curiosa è che per il suo esoterismo il nome di Rerich sia collegato ad una strana simbologia presente sul dollaro. La piramide tronca con l’occhio della Provvidenza sopra e le strane frasi latine presenti (Annuit coeptis e Novus Ordo Seclorum) risultano infatti un terreno fertile per qualunque ipotesi complottista di un nuovo ordine mondiale. Queste ipotesi sono uno spasso perché, con una sconcertante sicurezza, mettono assieme rosacroce con massoneria, i saggi di Sion con il nazismo. Ovviamente un personaggio forte e nello stesso tempo sfuggente come Rerich, sia russo che americano, autore di opere d’arte mistiche e con forte contenuto esoterico, era la persona adatta a fare da collante a tutte queste teorie soprattutto quelle più strampalate. La cosa però che rende inverosimile il ruolo di Rerich è che quei simboli (anche se non nella forma finale che vediamo oggi) furono ideati circa cento anni prima della sua nascita….

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