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In Italia la fiducia nell'Europa è in calo

neXtQuotidiano 18/11/2016

L’indagine di Eurobarometro: in Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo

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Per sei italiani su dieci ciò che unisce i cittadini europei resta più importante di ciò che li divide, ma solo un italiano su cinque pensa di poter far sentire la propria voce in Europa, uno su quattro in Italia. Queste alcune delle conclusioni che emergono dall’ultimo Eurobarometro del Parlamento europeo, che rivela come il 68% degli italiani pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata nel proprio paese e il 56% in Europa. A livello di Unione Europea, il 71% degli intervistati è convinto che le cose che uniscono i cittadini europei siano più importanti di quelle che li dividono (in Italia siamo al 60%, dieci punti in meno rispetto al 2015), e il 53% che essere membri dell’Ue sia una cosa positiva per il proprio paese (a esserne convinto in Italia un cittadino su tre). L’Eurobarometro 2016 del parlamento europeo (il cosiddetto “Parlametro”), è stato condotto nei ventotto Stati membri fra il 24 ottobre e il 3 novembre 2016 con interviste faccia a faccia a un campione di 27768 persone dai quindici anni in su e ha dato risultati molto diversi paese per paese. In generale, a livello di Ue, quello che emerge è che gli indicatori riguardanti il sostegno dei cittadini al progetto europeo restano pressoché invariati dal 2009 a oggi.

In Italia la fiducia nell’Europa è in calo

Come nel 2015, anche nel 2016 sei europei su dieci restano convinti che far parte dell’Ue abbia portato benefici al proprio paese, mentre è il 38% degli intervistati italiani a pensarla in questo modo (L’Italia è ultima in questa particolare classifica, capeggiata dal 80% di cittadini polacchi, estoni, lituani e irlandesi convinti di aver avuto benefici dall’essere membri dell’Ue). Fra gli elementi chiave per definire l’identità europea, il 50% degli intervistati cita la democrazia e la libertà, mentre solo il 33% indica l’Euro (nel 2015 era il 39%). Per quasi la metà degli intervistati a livello Ue (il 46%) avere un sistema di welfare armonizzato per tutti gli Stati membri contribuirebbe a rafforzare il sentimento di cittadinanza europea. Il 37% degli intervistati pensa che la propria voce conti in Europa, dato analogo al 2015, mentre il 53% ritiene di essere ascoltato in merito alle decisioni nel proprio paese (nel 2015 era il 63%). In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo e il 25% e’ convinto di essere ascoltato a livello italiano. I cittadini europei hanno una visione non positiva del futuro, con la maggioranza degli intervistati che pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata sia in Europa (54%, +13% rispetto al 2015) che nel proprio paese (58%, +14% rispetto al 2015).

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Il sondaggio su Renzi e l’Europa (Corriere della Sera, 15 novembre 2016)


Per il 30% degli italiani, il Parlamento europeo ha un’immagine totalmente positiva (il dato europeo e’ del 25%, con il 44% dei cittadini Ue secondo cui il Parlamento ha un’immagine neutrale). E crescono gli italiani che pensano che il parlamento europeo dovrebbe avere un ruolo più importante (il 44%, quattro punti in più rispetto al 2015 e due punti in meno rispetto alla media europea del 46%). Oltre un italiano su due (il 52%) dice di aver avuto recentemente notizie riguardanti il Parlamento europeo dai media (nel 2015 erano però due italiani su tre). In Europa a rispondere positivamente è il 60% degli intervistati, col dato significativo della Francia al 35%. Quando viene chiesto agli intervistati se si sentono informati riguardo le attività del Parlamento europeo, solo il 31% degli italiani e il 32% degli europei dichiarano di sentirsi ben informati, mentre il 67% degli italiani e il 66% degli europei di non esserlo. Dati significativi emergono da Francia, Spagna e Regno Unito, con il 79% di francesi e spagnoli che si sentono non informati, mentre solo il 51% dei britannici dichiara di sentirsi non informato.

Leggi sull’argomento: L’indagine sull’euro di Eurobarometro

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