L’INPS e la “manina” che ha fatto uscire i politici che hanno preso il bonus 600 euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-13

L’altro aspetto curioso della vicenda del bonus 600 euro Partite IVA ai politici: come sono uscite dall’INPS le informazioni che hanno portato all’articolo di Repubblica che ha svelato il caso

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Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera oggi parla dell’altro aspetto curioso della vicenda del bonus 600 euro Partite IVA ai politici: come sono uscite dall’INPS le informazioni che hanno portato all’articolo di Repubblica che ha svelato il caso. Mentre alcuni politici mettono in correlazione la vicenda con il referendum sul taglio dei parlamentari accusando in maniera velata Pasquale Tridico e il MoVimento 5 Stelle (si tratta di gente che evidentemente non ha notato che nei sondaggi la percentuale di approvazione è intorno all’80% minimo, e quindi non c’è alcun bisogno di spingere con la propaganda), c’è chi punta sul ruolo del Dipartimento Antifrode interno dell’istituto:

La ricostruzione dei fatti, come la domanda cruciale, resta sempre la stessa. Verso la fine di maggio l’Unità antifrode dell’Inps, guidata da Antonello Crudo, informa il presidente Tridico che nell’elenco delle persone che hanno chiesto il bonus da 600 euro peri lavoratori autonomi ci sono anche 2 mila politici e amministratori locali, tra cui i tre deputati. Un controllo mirato proprio su di loro? La risposta è che politici e amministratori hanno un inquadramento previdenziale particolare, che viene fuori dalle banche dati dell’istituto. Ma per l’unità antifrode non c’è nessun frode. E nemmeno una situazione di incompatibilità, tant’è che pochi giorni dopo a quelle due mila persone il bonus viene regolarmente liquidato. L’Antifrode si limita a sottoporre la questione al  presidente. Dovrebbe finire lì, e in un certo senso finisce lì.

andrea dara elena murelli

Solo che dopo due mesi il caso esplode sui giornali. Che cosa è successo? L’Inps respinge i sospetti che siano stati fatti controlli mirati, al di  là di quelli previsti dalla legge. Tridico si indigna con chi  dice che la manina che abbia portato quei dati fuori dall’Inps sia la sua. E quindi?  L’inchiesta interna, avviata nei giorni scorsi, procede. In teoria doveva essere affidata alla stessa Unità antifrode, che si occupa anche dell’audit, i controlli interni. Ma visto che l’Antifrode è anche parte in causa — e che nei giorni convulsi del lockdown è stata chiamata a un lavoro supplementare vista la mole dei dati da elaborare— l’incarico è stato affidato al direttore generale Gabriella Di Michele. I suoi rapporti con Tridico non sono mai stati da idillio. Adesso, dicono, meno che mai.

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