Attualità
I due uomini che spiavano le infermiere nelle docce dell’Ospedale di Empoli
neXtQuotidiano 07/06/2022
Due tecnici che lavoravano al San Giuseppe sono stati allontanati dalla struttura e sono stati iscritti nel registro degli indagati. I carabinieri hanno trovato una piccola telecamere installata nello spogliatoio, collegata a un monitor nella stanza vicina
C’era un puntino nero che faceva capolino sulla parete delle docce in uno degli spogliatoi dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. Era collegato, dall’altra parte del muro, a uno schermo che restituiva le immagini intime e private delle infermiere spiate che utilizzavano quella stanza dedicata – e a loro riservata – per lavarsi dopo i propri turni di lavoro prima di fare ritorno a casa. Quel puntino nero era una piccola telecamera, rimasta lì per diversi mesi. Fino a quando una delle donne che lavora all’interno del nosocomio toscano si è insospettita e ha fatto scattare le indagini.
Infermiere spiate sotto la doccia all’Ospedale San Giuseppe di Empoli
Come riporta Repubblica Firenze, dopo la prima parte dell’inchiesta e al termine delle verifiche tecniche sul posto, avrebbe indagato due tecnici che avevano accesso a quell’ala del nosocomio toscano. E nei giorni scorsi sono state perquisite le loro abitazioni. Sta di fatto che il quotidiano spiega come le due persone che sarebbero coinvolte in questo atto di voyeurismo (in attesa di capire se le immagini “catturate” in quelle docce frequentate ogni giorno da centinaia di donne siano state pubblicate anche online, configurando anche alte fattispecie di reato) sono state allontanate dall’ospedale San Giuseppe di Empoli.
Gli investigatori, dopo la denuncia di una delle infermiere spiate – quella che ha scoperto la telecamera nella doccia – hanno trovato quel collegamento tra il minuscolo occhio elettronico e un monitor installato nella stanza adiacente allo spogliatoio femminile. Secondo le prime indagini, quello schermo non era in grado di effettuare registrazioni. Ma questo, in attesa di indagini più approfondite, non scagionerebbe i due tecnici dal reato di diffusione di quel materiale. La Polizia postale (che è al lavoro da giorni) sta cercando eventuali tracce di registrazioni avvenute tramite device esterni (uno smartphone che registrava – attraverso la fotocamera – le immagini che si susseguivano su quello schermo) e pubblicate online o diffuse via chat.