L’incontro tra Conte e Letta è il primo atto di un percorso comune contro le destre

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-03-24

I due vogliono far fronte comune contro il sovranismo: “Si è aperto un cantiere”. Il primo test: le elezioni amministrative, dove potrebbero correre insieme.

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Conte-Letta. Sono i neo leader delle due fazioni che erano azionisti di maggioranza del vecchio governo. Il primo era già all’epoca presidente del Consiglio (ma non era il capo politico del Movimento 5 Stelle, e – a dirla tutta – non era neanche “ufficialmente” un grillino); il secondo era a insegnare a Parigi, ex premier anche lui, e mai avrebbe pensato di che in poche settimane sarebbe tornato a Roma, e più precisamente al Nazareno. L’arrivederci di Zingaretti, il posto vacante alla guida del M5s (che aveva deciso per il direttorio a 5, levando di fatto l’interim a Vito Crimi). Come se fosse l’incontro dei pianeti: e – per fortuna – sono arrivati lì a coprire quei ruoli due che sanno dialogare e che potrebbero essere d’accordo su molto. Enrico Letta al Pd e Giuseppe Conte al M5s: “Si apre un cantiere”, ha detto all’uscita dalla sede dell’Arela, dove si è tenuto il primo incontro tra i due: “Il Pd sarà interlocutore privilegiato del nuovo M5S”

Il cantiere Pd-M5s, il nuovo inizio di Letta e Conte

Il percorso insieme lo avevano già intrapreso: non si può dire che l’esperienza del Conte II sia stato un colpo di fulmine tra Pd e M5s, perché l’allora segretario dei dem mal digeriva che il premier che aveva firmato i decreti sicurezza con la Lega potesse rimanere a Palazzo Chigi anche con una maggioranza di “sinistra”. Ma poi, superato l’ostacolo nome, ecco lì sì che c’è stato un colpo di fulmine. Perché nei giorni più bui del Conte bis (quando v’era la caccia ai senatori disposti a votare la fiducia), Zingaretti ripeteva come un mantra: “Conte o niente”. Fa sorridere. Tanto che nell’ultimo discorso pubblico da presidente del Consiglio (quello fuori da Palazzo Chigi con il tavolino in piazza), il premier l’aveva già annunciato quel percorso comune con i “progressisti”, per creare un fronte amplio con Pd e Leu.

conte chigi

Grillo vuole Conte. Pd: le dimissioni di Zingaretti e l’arrivo di Letta

La fine del Giuseppe Conte premier sancisce l’inizio del Giuseppe Conte politico. E Beppe Grillo per lui ha le idee molto chiare: sarà il nuovo capo politico del Movimento 5 Stelle. Anche se: gli iscritti hanno da poco votato su Rousseau a favore di un direttorio a 5, che escluda la figura del capo politico. Da una parte c’è Davide Casaleggio che vuole rispettare le regole e lo statuto alla lettera; dall’altra Grillo, che invece è convinto che l’unico modo per rilanciare l’M5s sia farlo guidare da Conte. Perché è vero, tutti i sondaggi davano i pentastellati in caduta libera. E nulla si è ancora risolto, perché Casaleggio vuole che si torni a votare per: 1) Far esprimere gli iscritti su Conte (che mai direbbero “no”); 2) Modificare lo Statuto; 3) Annullare la votazione sul direttorio a 5. Ma soprattutto: che i parlamentari versino quanto dovuto alla piattaforma (450mila euro), perché sennò non si torna a votare e nulla può esser fatto. Motivo per cui Conte sta pensando di trascinare in tribunale il figlio di Gianroberto: “Rousseau? Non vedo perché oggi si debba decidere di non usarlo più, ci sono ruoli e pretese da chiarire. Spero di comporre amichevolmente”, ha detto oggi. Ma, anche se manca l’ufficialità, lui è già lì, al vertice del Movimento, e dice: “Il Pd sarà interlocutore privilegiato del nuovo M5S”. E infatti incontra Enrico Letta, vertice del Pd. Che, anche se è lì da poco, sta già cambiando di parecchio le carte in tavola: via Delrio, via (forse) anche Marcucci, i capigruppo in Parlamento; nominati i nuovi vice: “Fidatemi di me”, dice ai deputati democratici.

Enrico letta
foto IPP/Mario Romano
Milano 7/7/2017
dibattito ‘la France apres les election’
nella foto Enrico Letta

Conte-Letta: le amministrative e la lotta alle destre

“Sulle amministrative c’è la volontà di confrontarsi e trovare soluzioni efficaci. Chi va da solo è meno efficace”, lo ha detto Conte ai cronisti. Facendo intendere solo una cosa: si corre insieme contro le destre. Rappresentate da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che non vuol spendere molte parole per commentare l’incontro dei due ex presidenti del Consiglio: “Mi appassiona pressoché zero…”. Insomma, è davvero una formazione a testuggine contro il sovranismo, tanto che il segretario del ha detto di lavorare affinché i 5 Stelle passino a Bruxelles nel gruppo dei Socialisti e democratici: “Ci siamo dati la scadenza di fine anno per valutare il loro ingresso”. A benedire l’incontro è stato anche l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, che ancora smuove parecchio tra i pentastellati: “L’incontro tra Letta e Conte? Penso sia una buona notizia, bisogna lavorare per costruire e portate avanti il rapporto nato durante il precedente governo tra Movimento e Pd. Tra le varie sfide che ci attendono ci sono anche le prossime amministrative. Sarà importare usare pragmatismo”.

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