Il Secolo Breve è un’altra Corazzata Potemkin?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-05-20

Mia figlia, a scuola, era alle prese con la lettura del Secolo Breve. Siccome si lamentava della difficoltà della lettura, e siccome io mi ricordavo quanto tale saggio fosse stato celebrato, ho deciso di leggerlo nella sua interezza (ossia sciropparmi le 360 pagine dell’opera) per dimostrarle che le sue critiche erano del tutto immotivate. Il …

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Mia figlia, a scuola, era alle prese con la lettura del Secolo Breve. Siccome si lamentava della difficoltà della lettura, e siccome io mi ricordavo quanto tale saggio fosse stato celebrato, ho deciso di leggerlo nella sua interezza (ossia sciropparmi le 360 pagine dell’opera) per dimostrarle che le sue critiche erano del tutto immotivate. Il Secolo breve, ossia 1914-1991: l’era dei grandi cataclismi, è stato scritto da Eric Hobsbawm. In questo saggio l’autore espone la tesi che il periodo compreso fra la prima guerra mondiale ed il crollo dell’Unione Sovietica presenta un carattere coerente, molto diverso da quello del lungo XIX secolo (iniziato con la Rivoluzione francese del 1789 e chiuso dalla belle Époque), di cui Hobsbawn si era occupato nelle sue opere precedenti. Per Hobsbawm il secolo breve si contraddistingue per i disastrosi fallimenti del fascismo (e, più in generale, dei nazionalismi) e del capitalismo. Lo storico inglese si dimostra disincantato circa il progresso e la capacità di fare predizioni sul futuro, non mancando tuttavia di formulare alcune opinioni sull’avvenire, previsioni che puntualmente non si sono verificate.

Lo stile di scrittura del saggio ha vari pregi. Ad esempio, nel mio caso, una lettura di una decina di pagine mi induce invariabilmente a un sonno profondo e ristoratore, meglio e in modo più naturale che le classiche pillole ansiolitiche. Inoltre il saggio dimostra, ancora una volta, che quando lo storico, invece di analizzare i tempi passati, usa la metodologia storica per analizzare il presente e fare proiezioni sul futuro, riesce ad essere perfino peggio degli Economisti, che nonostante i vari Nobel di cui si vantano, non ne azzeccano mai una neanche per sbaglio (vedasi, ad esempio, le previsioni economiche puntualmente smentite dai fatti dei vari Krugman, Alesina, Stiglitz, etc ). Infine il saggio, proprio a causa del taglio contemporaneo dato nel momento della sua scrittura, è profondamente datato. La visione dei totalitarismi segue la narrazione adottata dagli storici marxisti ossia quella contestata da DeFelice sulla base di una precisa e puntuale documentazione storica. Quindi anche per “Il Secolo Breve” vale in definitiva l’immortale giudizio dato da Fantozzi sulla Corazzata Potemkin? Secondo me, in entrambi i casi, il giudizio è ingeneroso. Il Secolo Breve è un saggio in logica marxista e proprio per questo equipara capitalismo con fascismo e giustifica, per quanto possibile, i crimini perpetuati dal Comunismo. Era ovvio che, nell’epoca degli Intellettuali Organici, tale saggio fosse (eccessivamente) esaltato. Proprio però per la sua evidente faziosità (ripeto faziosità che è evidente oggi, non quando era stato scritto), questo saggio è attuale perché fa riflettere su Fascismo ed Anti-Fascismo. Io credo che il pericolo Fascista sia estremamente attuale in Italia. Il Paese è in bilico fra le richieste dei settori più produttivi di tenere a sé le ricchezze prodotte e i settori più indigenti e meno qualificati che chiedono una redistribuzione delle ricchezze. Quando non si hanno ricchezze a sufficienza per accontentare entrambe le richieste, la struttura democratica di un Paese corre rischi di svolte populiste alla Maduro (se vince il popolo che reclama un assistenzialismo senza se e senza ma ) o svolte autoritarie alla Putin/Orban/Al Sisi se vincono le oligarchie. L’Italia, secondo me, sta vivendo questa perigliosa situazione.

L’Anti-Fascismo che viviamo adesso è, a mio parere, il più grande alleato del Fascismo. Chiamare fascista il movimento di Salvini banalizza il fascismo. Se ai giovani si dice che il fascismo è rappresentato da cambiamento di felpe del “Capitano”, penseranno che il movimento fascista fosse sostanzialmente innocuo. Ancora peggio le conseguenze prospettiche degli accostamenti fra lo sgombero di uno stabile occupato da Centri Sociali e i rastrellamenti nazisti a Varsavia, o il negazionismo delle foibe. La banalizzazione degli orrori fascisti, può rendere più facile il loro ripetersi. Sarà, forse, tatticamente intelligente ai fini elettorali dichiarare fascisti tutti coloro che la pensano più a destra di te, ma, quando, così facendo, come diceva Flaiano, in Italia i Fascisti diventeranno una trascurabile maggioranza, basterà la nascita di un caudillo che li faccia sentire non più trascurabili e si rischierà tutti di ripetere l’esperienza fascista, magari un fascismo 4.0, ma pur sempre fascismo. Ricordiamoci di un episodio della vita del Duce. Per vedere come la pensavano gli Italiani, si recò in incognito in un Cinema dove proiettavano un film e, prima della proiezione, trasmisero un filmino di propaganda dell’Istituto Luce. Quando apparve sullo schermo la figura di Mussolini, tutti, salvo Mussolini stesso, si alzarono in piedi ad applaudire. Un ometto accanto al Duce gli mollò una gomitata dicendo di alzarsi ad applaudire ed aggiungendo che, anche lui pensava fosse tutta propaganda, ma era poco saggio sfidare le squadracce fasciste… Io non vorrei ritrovarmi a mettere Like (saremo in un Fascismo 4.0..) alla propaganda nera o rossa che subiremo, perché altrimenti le squadracce troll mi banneranno da internet. Già adesso abbiamo i bannatori folli sempre in azione per imporre il pensiero unico… In questo contesto, per me ancora più incomprensibile, è la posizione della Chiesa. Come è stato un boomerang la così detta scomunica ai Comunisti, così temo lo sarà questa scomunica “strisciante” al leghismo. Non è saggio per la Chiesa scendere nell’agone politico. Non l’ha fatto, quando avrebbe potuto legittimamente farlo, contro Fascismo e Nazismo. Non si capisce perché l’abbia fatto contro Togliatti e perché lo stia facendo adesso contro Salvini. Togliatti e Salvini non mi sembrano più pericolosi, per la morale cristiana, di Hitler e Mussolini o dei vari dittatori sanguinari con cui la Chiesa di ieri e di oggi ha mantenuto contatti.

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