Il fronte del Governissimo per archiviare Conte (dalla Lega a Italia Viva)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-27

Matteo Renzi e Giancarlo Giorgetti sono in prima linea: se il premier si fa da parte nasce il governo che porterà al voto a settembre il paese

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Matteo Renzi e Giancarlo Giorgetti sono in prima linea per archiviare Giuseppe Conte. Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa su Repubblica tratteggiano in un retroscena cosa succede tra Montecitorio e Palazzo Madama mentre il governo è in emergenza Coronavirus:

Smuove le acque, il senatore di Rignano. E mina la solidità di Palazzo Chigi, proprio mentre Giuseppe Conte è costretto a navigare a vista. Il tam tam renziano rimbalza nel giro di poche ore da un ramo all’altro del Parlamento. Il presidente del Consiglio sa bene che la resa dei conti con Renzi è soltanto rinviata. E che dietro alla proposta di unità nazionale si cela la richiesta di un suo passo indietro. Per questo, il premier potrebbe prendere posizione già oggi a Napoli, a margine del bilaterale con Emmanuel Macron. Un vertice – ma ancor più la passeggiata nel centro cittadino fianco a fianco – da trasformare in uno spot rassicurante per i partner Ue. Eppure, il messaggio di Renzi fa breccia, almeno in una fetta d’opposizione.

Il massimo rappresentante del “partito dell’unità nazionale” si chiama Giancarlo Giorgetti. «La situazione è grave. Se serve un governo di emergenza? L’emergenza c’era prima e ci sarà anche dopo il coronavirus…», insiste l’ex sottosegretario a Montecitorio. Posizione non nuova, la sua. Alla fine quella che Matteo Salvini illustra nella quotidiana conferenza stampa a Palazzo Madama è difforme solo nella misura in cui detta delle condizioni. Inaccettabili per chi al governo c’è già. Il capo della Lega – che ha chiesto un incontro al Quirinale per sottoporre le misure d’emergenza economica che a suo dire il governo dovrebbe recepire subito – non è per nulla disponibile a entrare in un eventuale esecutivo di “sanità nazionale” presieduto da Conte. Con lui, mai: «Questo governo non è in grado di gestire l’emergenza e noi non siamo disponibili a inciuci».

giancarlo giorgetti matteo salvini
Giancarlo Giorgetti con Matteo Salvini

Diverso è il caso in cui – ha spiegato poi il senatore allo stato maggiore del partito – il quadro mutasse. E qui le condizioni diventano due: che il premier appunto si faccia da parte, che tutti entrino in un governo ma con scadenza ravvicinata e voto al più tardi a settembre. Dunque non è per discutere di un governissimo che andrà dal capo dello Stato. Se è per questo, al Colle non ravvedono al momento neanche condizioni di emergenza tali da imporre un terremoto politico di quel genere. Bocce ferme, dunque.

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