Politica
Il congresso-funerale della Lega che Salvini cerca di nascondere
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2019-12-05
Una vera e propria liquidazione, un colpo di mano al quale il responsabile organizzativo Roberto Calderoli lavorava silenziosamente da due anni. Ma la nuova lega è “confederale” e vuole la trasformazione dell’Italia in stato federale. Anche se Salvini non ha mai proposto una legge del genere…
Gad Lerner su Repubblica oggi parla del congresso fantasma della Lega convocato per il 21 dicembre ovvero l’ultimo sabato prima di Natale, ma sul quale a tutt’oggi il sito ufficiale Legaonline non ne fornisce alcuna comunicazione. Gli oltre cinquecento delegati si ritroveranno in una sala milanese per deliberare modifiche allo statuto che si preannunciano di cruciale importanza. Ma che, a due settimane dall’evento, nessuno di loro conosce perché restano avvolte nel mistero. L’apparato propagandistico della Bestia salviniana si guarda bene dal farne cenno.
Se si ha notizia della convocazione del congresso del movimento, registrato con la denominazione “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”, lo si deve a Gianni Fava, unico dissidente fra i trenta membri del Consiglio federale riunitosi lo scorso lunedì 25 novembre nella sede di via Bellerio. Altrimenti è probabile che non se ne saprebbe ancora niente. Per la verità quel giorno, a sorpresa, su una sedia a rotelle, si presentò alla riunione anche Umberto Bossi, il fondatore che per statuto figura “presidente a vita” della Lega. Ma dopo aver ascoltato quell’annuncio, se ne andò via senza votare la convocazione. Disse solo: «Non fate il funerale alla Lega, non se lo merita». Lo rassicurarono con un applauso. Secondo Gianni Fava, invece, «il congresso del 21 dicembre sarà un vero e proprio funerale, anche se mascherato».
Le modifiche statutarie illustrate da Roberto Calderoli, preannunciando un testo scritto che nessuno ancora ha avuto modo di leggere, prevedono l’azzeramento delle cariche, la nomina di un commissario al posto dell’attuale segretario Matteo Salvini, e la modifica dell’articolo 33 dello statuto: sarà consentita la doppia iscrizione, per cui i tesserati di Lega Nord potranno confluire anche nella “Lega per Salvini premier”. E nel contempo verrà abolita la distinzione fra “Associato ordinario militante”, titolare di diritto di voto, e “Associato sostenitore” che finora poteva diventare leghista membro effettivo solo dopo una prolungata anzianità di tesseramento. In pratica: largo ai nuovi venuti, gli aspiranti leghisti non più solo delle tredici regioni già inserite nella Lega Nord, ma di tutta l’Italia, Mezzogiorno e isole comprese.
Tra i militanti, tenuti all’oscuro, fioccano le congetture.
Insomma, una vera e propria liquidazione, un colpo di mano al quale il responsabile organizzativo Roberto Calderoli lavorava silenziosamente da due anni. Calderoli, insieme a Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Fontana e al tesoriere Giulio Centemero, è anche uno dei cinque fondatori della “Lega per Salvini premier”, il cui statuto di 35 articoli è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 22 novembre del 2018. È interessante scoprire che la Lega del futuro si autodefinisce “movimento politico confederale” che ha per finalità “la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato Federale”. Curiosamente, non risulta che una tale drastica riforma in senso federalista della Repubblica italiana sia mai stata formulata sotto forma di proposta di legge costituzionale; né tanto meno compare nella propaganda sovranista dell’aspirante premier.
Leggi anche: E alla fine Salvini “rottama” la Lega Nord dei 49 milioni di euro