Il calcio chiama Guido Alpa per farsi aiutare dall’amico di Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-06

La speranza è accogliere Palazzo Chigi nella curva di chi pianifica di tornare in campo in giugno. E scavalcare così il ministro dello Sport Spadafora

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Una consulenza dell’avvocato Guido Alpa, amico e mentore del premier Giuseppe Conte sulla materia dei diritti tv è l’ultima mossa dei presidenti della Serie A per convincere il governo a dire sì alla riapertura del campionato. Lo scrive oggi Il Fatto Quotidiano sottolineando che la speranza è accogliere Palazzo Chigi nella curva di chi pianifica di tornare in campo in giugno. Lì dove il capo-ultrà è Matteo Renzi di Italia Viva, per una volta in sintonia con gli ex compagni di partito dem, lì dove c’è posto anche per Matteo Salvini. Un blocco che ha emarginato il pentastellato Vincenzo Spadafora, oltranzista della prudenza, “ministro dello Sport e non del calcio”, come adora definirsi.

Il calcio chiama Guido Alpa per farsi aiutare dall’amico di Conte

D’altro canto era stato lo stesso Spadafora ad annunciare un voto in Lega per la conclusione del campionato visto che la maggioranza dei presidenti era con lui. Ma il voto non è mai arrivato e la Lega si è schierata in senso opposto. E adesso scende in campo anche l’ex socio di studio del premier:

LA LEGA di Serie A –perché, se non s’è detto, di campionato si tratta soltanto per la A e gli altri marciscano in cassa integrazione –ha ingaggiato l’avvocato Alpa per scrivere un parere sull’unico contratto che fa palpitare Claudio Lotito&C.: quello con le televisioni a pagamento Sky e Dazn, che vale circa 230 milioni di euro per il pezzo finale di stagione. Già presidente del consiglio nazionale forense e docente di Diritto civile alla Sapienza, Alpa ha una lunga carriera costellata dai più svariati incarichi, ma nell’ultimo tratto viene spesso trascinato in beghe sportive per il suo rapporto col premier Conte. Era già successo un anno e mezzo fa per il Coni. Quando Giovanni Malagò vedeva franare il suo impero, assediato dai barbari della Lega sotto la regia del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, pensò di chiedere una consulenza al “maestro”del premier pur di trovare intercessione a Palazzo Chigi. Soldi sprecati, è bastato l’addio del governo gialloverde. La riforma è annacquata e l’influenza del Coni intatta, anche sul pallone.

guido alpa

La stessa idea è venuta alla Lega calcio, che ha reclutato Alpa a metà marzo, quando l’emergenza Coronavirus era già scoppiata, ma il pallone non era ancora sul lastrico. Il suo parere dice che  la conclusione della stagione obbligherebbe le emittenti a pagare l’intera rata da 230 milioni, anche con le partite ammassate una dietro l’altra, a porte chiuse, in orari improbabili e in piena estate. Un po’ diverso il discorso in caso di sospensione definitiva: il contratto è blindato, le emittenti dovrebbero pagare lo stesso perché sono “intervenute cause di forza maggiore”, cioè la pandemia. Alpa serve, nelle intenzioni dei presidenti, a scavalcare Spadafora. Al netto dello studio in via Sardegna, ora la domanda è una: ci riuscirà?

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