Opinioni
Grande è la confusione sotto il cielo, e la situazione non è favorevole
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2019-11-19
Il panorama politico italiano non annoia di certo: offre sempre nuovi spunti. I partiti che formano il Governo sembrano abbiano rinunciato a governare e si comportano come fossero già all’opposizione. Ho sentito un rappresentante di Italia Viva richiedere a gran voce una contromanovra per cambiare quella che proprio il suo partito (che sta al Governo) […]
Il panorama politico italiano non annoia di certo: offre sempre nuovi spunti. I partiti che formano il Governo sembrano abbiano rinunciato a governare e si comportano come fossero già all’opposizione. Ho sentito un rappresentante di Italia Viva richiedere a gran voce una contromanovra per cambiare quella che proprio il suo partito (che sta al Governo) sta votando adesso. Zingaretti sta chiedendo che il Governo abolisca i decreti sicurezza di salviniana memoria e istituisca lo ius soli (ma non sono al Governo loro? Erché non lo hanno chiesto subito?). La Barbara Lezzi chiede a gran forza che l’Ilva sia chiusa e che per preservare i posti di lavoro si investi in allevamenti intensivi di cozze (di nuovo, aldilà della boutade, ma non sono anche i 5 Stelle al Governo?). Il premier quando ha detto agli operai dell’Ilva inferociti che non ha una soluzione in tasca ha dimostrato grande onestà intellettuale ma anche scarso senso politico: chi governa ha, per definizione di governo, il dovere di avere una soluzione… Chiaramente questa situazione di non governo sta penalizzando a livello di previsioni elettorali i partiti che formano la coalizione governativa. Curiosamente però, i partiti all’opposizione stanno crescendo abbastanza lentamente, non a sufficienza per assorbire la perdita di consensi da parte dei partiti governativi. Questo sta creando paradossi. Prendiamo l’Emilia Romagna: se si andasse a votare per elezioni nazionali quasi certamente vincerebbe la Lega. Invece capita il contrario quando si considera il governo locale. Secondo i sondaggi elettorali infatti il candidato del PD Bonaccini sta prevalendo sulla candidata della Lega, la Bergonzoni. Significativo sicuramente il flash-mob delle “sardine”, una protesta contro Salvini ma orgogliosamente e volutamente indipendente dai partiti che lo dovrebbero contrastare in Parlamento. Questo, da un punto di vista politico, è interessante perché dimostra inequivocabilmente che c’è una fetta non trascurabile di elettorato che non si riconosce in nessun partito.
Quali, dunque, le conseguenze sulle scelte strategiche dei singoli partiti? Per il PD e i 5Stelle, la crisi è soprattutto un problema di classe dirigente che si sta dimostrando incapace di governare l’Italia. Sarebbe necessario cambiarla ma un repulisti lo si fa in genere dall’opposizione quando si ha il tempo per cambiare cavallo. Probabilmente con Bonaccini al posto di Zingaretti e, non so, Pizzarotti al posto di DiMaio probabilmente i due partiti al Governo avrebbero dato una immagine diversa e più elettoralmente appetibile. Ma questo avrebbe significato il karakiri politico dei due attuali leader di Pd e 5Stelle. Per quanto riguarda ItaliaViva, non è facile fare le scelte strategiche giuste. Per sua natura è un partito di centro, quindi disponibile ad allearsi sia a Destra che a Sinistra, ma attualmente è vincolato a stare solo a Sinistra e così non attrae l’elettorato moderato di Forza Italia che non vuole votare a sinistra. D’altra parte gli elettori di Sinistra, delusi dal PD, proprio perché ItaliaViva potrebbe allearsi con i partiti del CentroDestra, non sembrano così propensi di votare Renzi come alternativa a Zingaretti. La sopravvivenza di ItaliaViva dipenderà dalle capacità di manovra di Renzi che deve rendere appetibile il suo partito ai delusi del PD. Quindi immagino una svolta a sinistra di Renzi anche se questo significherà accantonare, per il momento, l’obiettivo di fare un’OPA su FI. Ma Renzi sarà capace di essere di sinistra? Forza Italia potrebbe essere il partito ideale a fare il ponte di questi delusi ma dovrebbe rinnovarsi. E fino a che Silvio c’è, questa possibilità è esclusa.
La Lega sta capendo che è diverso essere un partito al 4% rispetto ad essere un partito al 34%. Certe posizioni estremiste possono essere utili per un partito piccolo che cerca la sua identità ma possono essere esiziali per un partito che si candida al Governo dell’Italia. Infatti la Lega sembra stia utilizzando il periodo all’opposizione per rifarsi una verginità. Salvini ascolta Giorgetti e Garavaglia invece che Borghi e Bagnai e per questo non esclude di votare Draghi come Presidente, ammorbidisce le posizioni sull’ euro, cerca di allacciare rapporti con l’Europa, sta iniziando ad evitare rapporti con dubbi faccendieri e con movimenti di estrema destra, sta cercando di costruirsi una classe dirigente ad alto livello. Se vuol fare questo la Lega ha bisogno di tempo e, perciò, deve smettere di richiedere le elezioni al più presto. Fratelli d’Italia è indifferente alla crisi che attanaglia i partiti al Governo: è interessata a recuperare l’elettorato di AN che ha notoriamente intersezione zero con quelli che hanno votato il Centrosinistra. Insomma una situazione che sembra cristallizzata ma che in realtà è in un equilibrio instabile capace di collassare improvvisamente e drammaticamente. La confusione è grande, ma, a differenza di quello che sperava Mao, la situazione sembra deprimente invece che favorevole.
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