Il gran rifiuto di Giuliano Pisapia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-14

Insieme ma non troppo: cosa c’è dietro il no dell’ex sindaco di Milano alla candidatura alle prossime elezioni politiche? Molta coerenza, a quanto pare. Ma anche un segnale a Bersani e D’Alema

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Pierluigi Bersani nell’ultima intervista rilasciata a Otto e 1/2 disse che il suo candidato premier era Giuliano Pisapia. Detto, fatto: l’ex sindaco di Milano ha annunciato che non ha intenzione di candidarsi alle prossime elezioni politiche.

Il gran rifiuto di Giuliano Pisapia

Pisapia sembrava l’uomo giusto per riempire quella grande-piccola coalizione che si andava formando alla sinistra del Partito Democratico e che puntata a rubargli voti alle politiche. Ma già il fatto che abbia deciso di non candidarsi mette in serio pericolo il progetto di Bersani & D’Alema. Il quale, nell’intervista di oggi al Fatto, non si dà per vinto e spera che ci ripensi: «Ci ha fatto fare un salto di qualità nel percorso per un nuovo soggetto politico di centrosinistra, rappresenta un valore aggiunto, come Mdp lo sosterremo. Spero che cambi opinione. Quando un leader genera speranza e aspettativa ha il dovere di confrontarsi con il voto popolare».
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Eppure lui stesso, spiega oggi a Repubblica che già da sindaco di Milano aveva preannunciato che non si sarebbe riproposto per un secondo mandato. Il principio vale altrettanto su scala nazionale, sostiene. «Ho sempre pensato che ci si debba impegnare per un massimo di due mandati parlamentari», chiarisce meglio. «E siccome io due mandati parlamentari li ho già completati, non mi sembra il caso di ripresentarmi, tutto qui». E d’altra parte anche Renzi, Grillo e Berlusconi sono fuori dal parlamento (Silvio non certo per sua volontà) eppure guidano i loro partiti tranquillamente.

Pisapia candidato senza poltrona?

Un’ipotesi percorribile potrebbe essere allora quella di indicarlo come presidente del Consiglio in caso di vittoria alle elezioni ma senza una poltrona da deputato o da senatore. Possibile? Di certo dipenderà dai rapporti tra i partiti, o ex partiti, che comporranno la prossima coalizione a sinistra del Partito Democratico. Dove si preannuncia una gran ressa e una bella guerra interna, in pieno stile sinistra-sinistra. Ma la mossa di «sfilarsi» ha anche un altro significato. È nella conclusione del post pubblicato ieri su Facebook: «Chi come me ha una lunga esperienza alle spalle è importante che favorisca questo cambiamento, ma senza far mancare il proprio contributo».
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Difficile, parlando di lunga esperienza alle spalle, non pensare ai sette mandati di Massimo D’Alema o ai quattro di Pierluigi Bersani. E alla chance di dare un vero segnale di rinnovamento (non di rottamazione) rinunciando a candidature che farebbero pensare non a un nuovo partito a sinistra, ma a un vecchio rimasuglio che cerca un’altra chance di esistenza. In effetti forse quella di non candidarsi per Giuliano Pisapia è una buona idea. E soprattutto un segnale forte agli aspiranti maggiori azionisti della nuova ditta.

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