Giuseppe Sala spiega come si batte Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-26

Il sindaco di Milano spiega a Repubblica la sua linea, che non prevede alleanze con il M5S

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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala rilascia oggi un’intervista a Piero Colaprico su Repubblica nella quale spiega la sua ricetta per battere Matteo Salvini:

Insistiamo, come spiega il successo elettorale di Salvini?
«Non sono certo che quello a Salvini sia un voto di fiducia. Forse anzi gli italiani sono così sfiduciati che stanno solo premiando quello che appare come il più forte».

Veniamo alla sinistra, che le periferie d’Italia non votano più. Che cosa serve?
«C’è necessità di pensieri nuovi e forti. Noi siamo quello che dovremmo essere solo se ci occupiamo di cose concrete, che sono i redditi disponibili per le persone, quindi anche le tasse da pagare, i servizi che lo Stato Sociale mette a disposizione e le libertà che lo Stato garantisce. Il tutto dentro una ricetta equa e giusta, dove chi è più forte aiuta chi è più debole, ma chi è più forte non è per definizione un mostro. Quindi noi dobbiamo riprendere il filo dei bisogni della gente e andare loro incontro, avendo anche il coraggio di proporre cose nuove e diverse dal passato».

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Per esempio?
«Equità sociale vuol dire innanzitutto togliere a qualcuno e dare a qualcun altro. A mio parere bisogna innanzitutto togliere allo Stato, che deve cedere il superfluo, caserme e palazzi di valore, presenze anacronistiche. Serve anche ripensare alla missione delle aziende pubbliche, non è che lo Stato sia per forza inefficiente, si può dimostrare il contrario. Quanto alle imprese private, non sono nemiche, ma le tasse vanno pagate laddove si producono i profitti. Infine chi evade sopra un certo livello deve andare in galera per davvero e per davvero restituire il maltolto. Con il ricavato di quanto si prende agli evasori si dia lavoro a chi non ce l’ha, attraverso un piano straordinario di intervento sul nostro patrimonio idro-geologico o culturale».

Si sente di ipotesi di alleanze o collegamenti del Pd con M5s, che ne pensa?
«Va esclusa ogni forma di collaborazione con l’M5S, perlomeno con la guida politica attuale. Ma ritengo necessario lavorare per riannodare i fili con quei milioni di elettori che hanno scelto il movimento. Molti sono dei nostri, o meglio lo sono stati. Quindi tornare a coinvolgerli è un dovere assoluto della sinistra. Quando finirà questo governo si dovrà andare ad elezioni. E noi dovremo essere pronti a costruire alleanze, anche con chi verrà dopo Luigi Di Maio alla guida del movimento. Di Maio, quello del mandato zero, è ormai screditato moralmente e politicamente».

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