Opinioni
Giuseppe Conte spiega cosa vuole fare con il MES
di Mario Neri
Pubblicato il 2020-04-19
In un’intervista rilasciata ad Adalberto Signore e ad Alessandro Sallusti sul Giornale oggi Giuseppe Conte parla diffusamente della questione del MES “senza condizionalità” e sembra aprire all’ipotesi di avere accesso al fondo se gli accordi a livello europeo saranno chiari e trasparenti: Presidente, giovedì si terrà un Consiglio Ue decisivo per le sorti dell’Europa. Si […]
In un’intervista rilasciata ad Adalberto Signore e ad Alessandro Sallusti sul Giornale oggi Giuseppe Conte parla diffusamente della questione del MES “senza condizionalità” e sembra aprire all’ipotesi di avere accesso al fondo se gli accordi a livello europeo saranno chiari e trasparenti:
Presidente, giovedì si terrà un Consiglio Ue decisivo per le sorti dell’Europa. Si sente ottimista rispetto alla possibilità di superare le resistenze dei Paesi del Nord (Germania, Olanda e Austria in testa) e trovare un’intesa accettabile su Mes e Recovery fund? In caso di mancato accordo, sta considerando la possibilità di esercitare il diritto di veto dell’Italia?
«Il negoziato si annuncia molto difficile, ma resto fiducioso. Nel corso degli scambi che ho avuto con gli altri leader europei sono stato chiaro: solo grazie a un ambizioso Fondo per la ripresa, con emissione di titoli comuni, riusciremo ad affrontare l’attuale, difficile situazione. Sul resto delle misure ci continueremo a confrontare fino al Consiglio europeo del 23 aprile».A proposito di Mes, a prescindere da come finirà, non teme che una frattura come quella delle ultime settimane tra M5s e Pd – con Di Maio sulle stesse posizioni di Salvini e Meloni–possa avere comunque degli strascichi in futuro? Può una maggioranza essere spaccata su un tema tanto centrale, soprattutto in un momento simile?
«Il governo e la maggioranza che lo sostiene sono compatti nel chiedere all’Europa di liberare la sua forza economica come fanno Cina e Stati Uniti, di mettere sul tavolo meccanismi nuovi per una condivisione e una risposta comune all’emergenza economica in atto. Non abbiamo da affrontare un semplice compitino di “matematica” o una questione meramente “contabile».
Cosa intende?
«Dobbiamo confrontarci con una vera e propria prova di maturità per la nostra Unione. Bisogna dare tutto. Quello sul Mes è un dibattito che rimane al momento molto astratto. È un meccanismo che rimane affidato a un accordo intergovernativo che, all’origine, prevede finanziamenti con condizionalità molto severe anche di ordine macro-economico. Nasce per rimediare a crisi e tensioni finanziarie di singoli Paesi. È la ragione per cui l’ho giudicato inadeguato e insufficiente ad affrontare questa sfida epocale. Dal confronto europeo può però venire fuori qualcosa di molto diverso dal Mes attuale ed è anche questa la ragione per cui appoggiamo la battaglia di altri Paesi che, come la Spagna, hanno chiesto da subito di cambiarlo e di volerlo utilizzare. Valuteremo i dettagli di questa nuova linea di finanziamento al momento opportuno e sceglieremo la strada migliore per i nostri interessi nazionali, con una discussione trasparente in Parlamento».