Cultura e scienze
I giornalisti RAI puniti per le critiche a Salvini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-14
Un caporedattore di RadioUno è stato sanzionato con la sospensione di sette giorni dal lavoro e dallo stipendio. Il problema è che altri non hanno seguito la stessa sorte
Fabio Sanfilippo, caporedattore di Radio 1, “colpevole” di aver scritto e pubblicato sul profilo personale di Facebook un post critico nei confronti di Matteo Salvini, lo scorso 4 settembre, è stato sospeso dal lavoro e dallo stipendio per sette giorni. Racconta oggi Repubblica in un articolo a firma di Matteo Pucciarelli che la sua colpa è stata di aver consigliato di far seguire la figlia «da persone qualificate» in modo da darle «tempo di riprendersi». Comprensibile, ma il punto è che Sanfilippo non è l’unico:
Ad un altro giornalista Rai è stata recapitata una lettera firmata dall’ad Fabrizio Salini e dal direttore delle Risorse umane Felice Ventura dove gli si contestano post e tweet contro Salvini, scritti su profili personali, addirittura aperti con un soprannome. Insomma, un cronista che pare quasi vittima di una delazione. «La Rai si riserva di adire le opportune sedi giudiziarie a tutela dei propri diritti e della propria immagine», recita la nota della tv pubblica in riferimento a Sanfilippo.
Il quale, così com’era avvenuto a seguito delle polemiche, non indietreggia: sono stato «condannato per aver espresso privatamente una opinione e una critica nei confronti di un potente». Il giornalista si dice «allibito di fronte a una decisione che si basa su presupposto censorio inaccettabile». L’avvocato di Sanfilippo, Vincenzo Iacovino, aggiunge che «ci rivolgeremo al giudice del Lavoro e alla Procura perché accertino eventuali responsabilità in questa vicenda che riguarda la salvaguardia di un diritto garantito dalla Costituzione».
Il problema è che altri non hanno seguito la stessa sorte:
Va detto che la Rai, che sta lavorando ad un codice di regolamentazione per l’utilizzo dei social dei propri dipendenti, non sembra aver utilizzato lo stesso metro di giudizio nei confronti dei propri giornalisti di parere politico opposto. Come ad esempio Angelo Polimeno Bottai, vicedirettore del Tg1 e nipote del gerarca fascista Giuseppe Bottai: contestò il pugno chiuso di Heather Parisi ospite da Fabio Fazio, quindi di una trasmissione Rai, dicendo che rappresentava «un simbolo di sterminio di intere popolazioni e classi sociali»; oppure Anna Mazzone del Tg2 che insultò Carola Rackete («blitz della crucca…») con un tweet. Due pesi e due misure?
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