La Giorgia Meloni di marzo 2021 è il Matteo Salvini del marzo 2020

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-03-12

L’opposizione unisce quel che la maggioranza ha diviso

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Cambiano gli attori protagonisti, ma il copione resta sempre lo stesso. Anche a un anno di distanza. Lo scorso anno, proprio nel mese di marzo durante i picchi della prima ondata di Coronavirus in Italia, Matteo Salvini era all’opposizione e le sue parole erano il megafono sovranista-populista del Centrodestra. Poi, 365 giorni dopo, la Lega ha scelto di sostenere il nuovo governo Draghi (con tanto di ministri e appoggio parlamentare), lasciando quel megafono nelle mani di Giorgia Meloni. Un anno dopo è proprio lei a utilizzare le stesse identiche parole usate dal segretario del Carroccio nel marzo 2020.

Giorgia Meloni sembra Matteo Salvini del marzo 2020

Ricordate quando “così, de botto. Senza senso” (per citare Boris), Matteo Salvini passava dal chiedere immediate chiusure di tutto e tutti al governo Conte al chiedere immediate riaperture? Era il mese di marzo del 2020: la pandemia era stata da poco conclamata e il Paese non aveva ancora trovato le giuste contromisure. Era il tempo del lockdown severo. Ora, un anno dopo, è Giorgia Meloni a utilizzare quest’ultimo spartito usando – più o meno – le stesse parole.

“Da Draghi ci saremmo aspettati un deciso cambio di passo rispetto a Conte, ma le nuove misure restrittive decise oggi sono in perfetta continuità con la strategia fallimentare adottata dall’inizio dell’emergenza Covid – ha affermato Giorgia Meloni in una nota diffusa dal suo partito alla stampa -. Il Governo continua a chiudere attività come ristoranti e palestre invece di potenziare il trasporto pubblico, impedisce ai bambini e ai ragazzi di andare a scuola anziché mettere in sicurezza anziani e persone fragili, non investe come dovrebbe sull’assistenza domiciliare e le terapie nella fase precoce per abbassare la pressione su ospedali e strutture sanitarie”.

La Lega fa parte degli incapaci?

Nulla di nuovo: parole già ascoltate lo scorso anno, proprio in questo periodo, mentre la pandemia galoppava e seminava morte. Ora, 365 giorni dopo, la situazione non è migliorata e la terza ondata (così dicono gli esperti) continua a rendere la situazione insostenibile. Contagi, ospedalizzazioni, decessi e ricoveri in terapia intensiva: tutti indici in netto rialzo che dovrebbero portare a una comunicazione più sobria. E invece, Giorgia Meloni conclude così il suo messaggio: “Gli italiani sono esausti di sacrifici che non portano a nulla e non ne possono più di un governo incapace di assumersi le proprie responsabilità”. Insomma, ora che la Lega e Forza Italia fanno parte degli incapaci. Gli unici “capaci”, seguendo il sillogismo meloniano, sono all’opposizione.

(foto di copertina: IPP/Gioia Botteghi)

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