Fact checking
Cosa c’è dietro la rissa tra Fratelli d’Italia e Lega
Mario Neri 13/07/2018
L’impasse politica del partito della Meloni, la fuga degli eletti verso il Carroccio e le accuse di nepotismo alla leader fanno del partito degli ex AN un palcoscenico incandescente. E ad altissimo rischio
Ieri alla Camera è andata in scena una rissa inedita tra parlamentari di due schieramenti che governano in tutta l’Italia insieme: Fratelli d’Italia e Lega. I due partiti sono forze componenti del centrodestra ma da qualche tempo i rapporti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono molto freddati per questioni politiche, delle quali la rissa alla Camera è solo la punta dell’iceberg.
Cosa c’è dietro la rissa tra Fratelli d’Italia e Lega
Proprio ieri mattina infatti un articolo di Repubblica riepilogava i termini della diaspora in atto in Fratelli d’Italia, che solo a Roma ha portato quattordici tra consiglieri eletti e alte personalità del partito a lasciare Giorgia Meloni. Il racconto parte dalla convocazione per oggi dell’assemblea nazionale del partito, composta da 450 persone, arrivata soltanto martedì notte (via Whatsapp) o mercoledì mattina (via mail). Una convocazione che ha messo già in partenza a repentaglio la partecipazione. A questo si può aggiungere anche la mail inviata sabato 23 giugno dall’Organizzazione di FdI in cui si chiedeva ai militanti di dare la propria opinione sul governo Conte e sul posizionamento di FdI.
Nel questionario che il militante di FdI è stato chiamato a compilare si chiedeva un giudizio sul governo Conte e non è difficile comprenderne il perché: oggi il partito della Meloni soffre della concorrenza elettorale di Salvini che è al governo e può intestarsi le lotte come quella contro le ONG, mentre FdI si trova nella scomoda situazione di dovere o applaudire il governo, invitando così i suoi elettori a votare Lega la prossima volta, o criticarlo mentre gran parte del suo elettorato lo elogia. Uno stallo politico che mette in seria difficoltà anche l’esistenza stessa di Fratelli d’Italia di fronte a una Lega nazionale che si è mangiata tutte le sue issues.
Le accuse ai dirigenti di Fratelli d’Italia
A questo problema se ne aggiunge un altro. Quando se ne sono andati sbattendo la porta, Santori e Iadicicco hanno puntato il dito sulla gestione “familistica” di Fratelli d’Italia, che a loro parere non terrebbe conto della meritocrazia nelle scelte su candidature e posti da ricoprire. L’articolo di Repubblica firmato da Matteo Pucciarelli andava ancora più a fondo nella questione:
«Fdi è in mano a gruppi di potere familiari e d’affari», si legge online nei forum ribelli. Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, è il cognato di Giorgia Meloni (ha sposato la di lei sorella). La famiglia La Russa — Ignazio e Romano — si è rafforzata con l’ingresso in Parlamento del genero di Romano, Marco Osnato. Il capogruppo al Senato Sergio Berlato è legatissimo alla deputata Maria Cristina Carretta, entrambi rinviati a giudizio per una storia di tesseramenti gonfiati ai tempi del Pdl in Veneto.
— Lux Lisbeth Salander #IoStoConLaCostituzione (@LiciaVera0074) 12 luglio 2018
Una new entry del partito come Mario Mantovani, potente ex vicepresidente della giunta lombarda, super berlusconiano anche lui finito in mezzo a pesanti grane giudiziarie, alle scorse politiche riuscì a mettere in lista la figlia Lucrezia. E adesso? «È vero che destra e sinistra sono categorie superate — ragiona Jonghi Lavarini — ora la divisione è tra sovranisti e mondialisti. Ma va bene così, il primo fascismo era trasversale e anti-establishment. Come lo è questo governo…».
Come si vede, anche nella grande famiglia di Fratelli d’Italia i veleni interni abbondano. E molti sognano la terra promessa da Salvini. Infatti si racconta che molti dei fuoriusciti romani volessero passare al Carroccio e appoggiare il governo Lega-M5S, ma questo gli è stato impedito da un veto chiesto a Salvini dalla stessa Meloni. Ma adesso che cominciano a volare schiaffi anche in parlamento, il veto reggerà?