“Era legittimo o no domandare?”, la lettera di Formigli a Giorgia Meloni sulla morte di Alika Ogochukwu

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-01

Prosegue il botta e risposta a distanza tra il giornalista e la leader di Fratelli d’Italia su quanto avvenuto venerdì a Civitanova Marche

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Lui aveva sollecitato un post indignato da parte dei leader di Lega e Fratelli d’Italia su quanto accaduto venerdì a Civitanova Marche. Lei ha risposto dandogli dello sciacallo. E oggi prosegue il botta e risposta a distanza tra Corrado Formigli e Giorgia Meloni, con il giornalista che – su La Stampa – ha scritto una lettera rivolta alla Presidente di FdI, rivendicando il suo ruolo di cronista che, dunque, per indole e professione è portato a fare domande basate su quelle evidenze del passato più o meno recente.

Formigli-Meloni, la replica del giornalista sulla morte di Alika Ogochukwu

Tutto è partito da un tweet pubblicato da Corrado Formigli il 29 luglio, quello in cui ha tirato in ballo Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Poi, come avevamo già raccontato, è arrivata la risposta di Giorgia Meloni (che si è unita a quelle di altri esponenti della destra e di Fratelli d’Italia) che ha dato a Formigli dello “sciacallo”.

E oggi, sul quotidiano La Stampa, arriva l’ultimo capitolo (forse) del botta e risposta a distanza Formigli-Meloni. Qui riportiamo alcuni dei passaggi salienti di quella lettera:

“L’omicidio di Alika, compiuto nella più completa indifferenza dei cittadini presenti, ci ha mostrato a che livello di ignavia, per non dire risentimento sordo e rabbioso, sono arrivati tanti italiani che da anni assistono al più completo degrado del linguaggio e della cosa pubblica […] Dopo una lunga storia politica mirata ad allontanare dai nostri confini i migranti, a demonizzarli, a condannarli senza attendere tre gradi di giudizio, a immaginare bellicosi blocchi navali (senza peraltro spiegare nel dettaglio come farli) era legittimo oppure no domandarle se e cosa avrebbe scritto sull’assassinio a mani nude di un ambulante nigeriano da parte di un italiano criminale e razzista?[…] Noi facciamo domande, esprimiamo opinioni, critichiamo. Col solo limite della legge. Nel fare quel tweet a lei rivolto sono stato di parte? Certo, e lo rivendico. Rivendico il giornalismo che prende parte, se prender parte significa fare battaglie sulle idee e sui valori. Esprimo un forte dissenso sulla sua visione della società e intendo farlo senza essere insultato per questo da chi rappresenta le istituzioni democratiche. Politica e informazione devono restare ben separate, oserei dire in uno stato di diffidenza permanente.

Lo stesso giornalista, in chiusura della sua lettera, chiede nuovamente a Giorgia Meloni – fortissima candidata a Palazzo Chigi – di dichiarare esplicitamente le relazioni internazionali che intende portare avanti qualora diventasse Presidente del Consiglio. Alleanze, per esempio, con Orban. Mentre il presidente ungherese prosegue nei suoi ideali discriminatori, razzisti e omofobi.

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