Le firme taroccate per la pedonalizzazione di via Urbana a Roma

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-04-13

Virginia Raggi aveva detto agli abitanti del quartiere in protesta che c’erano 1200 firme a chiedere la pedonalizzazione. Ma…

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«Ricordo loro che sono state raccolte oltre 1.200 firme per la pedonalizzazione», aveva detto qualche giorno fa Virginia Raggi agli abitanti del Rione Monti che protestavano per il progetto di chiusura al traffico di via Urbana. Ma il Coordinamento Comitati Monti ha calcolato che delle 1.147 firme valide (59 sono infatti senza indirizzo, dunque non riconoscibili né attribuibili) 883 appartengono a romani che abitano dovunque (quartiere Africano, Primavalle, Parioli, Testaccio, Quadraro, Flaminio…) tranne che a Monti; 43 sono di turisti italiani provenienti da almeno 25 comuni diversi, tra cui Milano, Treviso, Ancona, Firenze, Caltanissetta, Bologna, La Spezia e Lecce; il resto di visitatori stranieri, un paio da Parigi, un altro da Boston e persino da Miami. Racconta la storia Repubblica Roma in un articolo a firma di Giovanna Vitale:

Eccolo dunque l’architrave sul quale il M5S ha costruito il suo piccolo sogno senz’auto: il consenso dei cittadini che vivono in zona. «Una bugia, un autentico inganno», accusano però i monticiani. I quali, che cosa hanno fatto allora? Hanno recuperato una copia di quella petizione, avviata a dicembre 2014 da un’associazione di commercianti capeggiata dal «non residente» Renato Gargiulo e dal ristoratore locale Angelo Belli.
Si sono messi a controllare una per una tutte le sottoscrizioni, verificando con pazienza certosina ogni indirizzo. Per scoprire alla fine che, dei 1.206 autografi apposti in calce all’appello per la pedonalizzazione di Via Urbana, solo 264 — poco più del 20% — appartengono a residenti e negozianti del rione: tutti gli altri sono stati lasciati da gente che vive in altri quartieri di Roma, in varie città d’Italia o addirittura all’estero. Per lo più clienti dei ristoranti e delle botteghe che hanno promosso l’iniziativa.

firme false pedonalizzazione via urbana
Quindi la richiesta da cui tutto è partito sarebbe frutto di una furbata:

«La nostra opinione è che alla sindaca Raggi sia stato venduto un dossier taroccato», si infiamma Lisa Roscioni, portavoce del Coordinamento dei Comitati. «Si tratta di firme raccolte per lo più tra i clienti dei ristoranti di Via Urbana, che vogliono la pedonalizzazione per trasformare la strada in una gigantesca distesa di tavolini all’aperto, convinti di poter aumentare il loro giro d’affari a scapito di chi nel rione ci vive e vorrebbe invece tutelarlo tutto».
Perché «noi non siamo il partito del no, come i cinquestelle vogliono far credere», insiste la portavoce degli abitanti, «ma siamo favorevoli alla creazione di un’isola ambientale che protegga dal traffico privato anche le arterie ad alto scorrimento come via dei Serpenti e via Panisperna, che — quelle sì — stanno morendo di traffico e di inquinamento», s’infiamma Roscioni.

Leggi sull’argomento: Virginia Raggi diventerà “sceriffa” grazie al Daspo Urbano

 

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