Fact checking
Che fine faranno gli sgomberati di Piazza Indipendenza
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-08-23
Il Comune di Roma non è stato in grado di trovare una soluzione per gli ex occupanti di palazzo Curtatone. Alcuni di loro saranno ospitati per sei mesi in alloggi messi a disposizione non dalle istituzioni ma dalla società proprietaria dell’immobile sgomberato. E questo ha dell’incredibile per una città come Roma. Gli altri resteranno in strada
Il Comune di Roma non è stato in grado di trovare un alloggio agli sgomberati di Palazzo Curtatone. Alcuni di loro – in famiglie che comprendono minori, disabili o anziani – saranno ospitati per sei mesi in alloggi messi a disposizione non dalle istituzioni ma dalla società proprietaria dell’immobile sgomberato giorni fa, la Sea Servizi Avanzati s.r.l.. E questo ha dell’incredibile per una città come Roma. Gli altri resteranno in strada.
Che fine faranno gli sgomberati di Palazzo Curtatone
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Paola Basilone ha deciso che sarà la società che gestisce l’immobile sgomberato dopo 4 anni di occupazione, la Sea Servizi Avanzati, a garantire loro un alloggio per sei mesi, senza costi per il Comune. Al termine di questo periodo la prefettura convocherà un altro tavolo per verificare il lavoro degli Enti locali per una soluzione definitiva. Gli aventi diritto alla casa saranno scelti da un organismo istituito presso l’assessorato alle Politiche abitative del Campidoglio. La gran parte dei migranti finiti in strada vengono dal Corno d’Africa – Eritrea ed Etiopia – e sono rifugiati o richiedenti asilo, soggetti a protezione legale. Non è chiaro dove andranno quelli che resteranno in strada, oltre 300 secondo cifre ufficiose. “Paradossale è la circostanza che lo Stato italiano, concedendo l’asilo politico, abbia deciso di dare protezione a molte di queste persone per poi negare loro, successivamente, ogni forma di assistenza”, dice il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini.
Stamattina la polizia si era presentata in Piazza Indipendenza per effettuare un nuovo sgombero. “Il Comune è stato da subito presente in via Curtatone con la Sala operativa sociale, con un sostegno a tutte le fragilità rilevate. Oggi in prefettura è stato trovato l’accordo con i privati per le ultime famiglie rimaste”, ha avuto il coraggio di dire il delegato alla sicurezza del Campidoglio Marco Cardilli al microfono del Tg regionale Rai del Lazio. Quello che ha dimenticato è che il Comune ha cominciato il censimento soltanto dopo lo sgombero.
L’orrore in Piazza Indipendenza
Stasera i senza fissa dimora ospiti dell’esercito della salvezza insieme al forum terzo settore della Regione Lazio hanno cucinato e portato ai rifugiati che si trovano a Piazza Indipendenza cibo donato da Todis San Lorenzo, Unicoop e Car, Centro agro alimentare Roma. Nessuna carica politica eletta in Comune e in maggioranza ha ritenuto di rilasciare dichiarazioni sull’accaduto. Nemmeno una parola è arrivata da Laura Baldassarre, assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale.
“Ennesimo sgombero senza alternativa. Le persone devono essere trattate in maniera dignitosa!” @tommasof73 di MSF, da #PiazzaIndipendenza pic.twitter.com/gdJ0pQ1T04
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) 23 agosto 2017
A fine pomeriggio della giornata di oggi, ancora nessun rappresentante del Comune si è presentato in Piazza Indipendenza e le proposte sono giunte solo dal dipartimento politiche sociali. A mediare la situazione sono state le organizzazioni umanitarie, dall’UNHCR ad A buon diritto. Un silenzio che è molto eloquente.