Opinioni
Figalli, l’eccellenza figlia di un lungo percorso virtuoso
Vincenzo Vespri 06/08/2018
Ancora una riflessione su Alessio Figalli l’italiano che ha vinto la Fields Medal, l’equivalente del Nobel per la Matematica. Secondo la vulgata che si tramanda nei dipartimenti di Matematica non esiste il Premio Nobel per la Matematica per una questione di corna, una liason d’amore fra la moglie di Alfred Nobel e un matematico svedese […]
Ancora una riflessione su Alessio Figalli l’italiano che ha vinto la Fields Medal, l’equivalente del Nobel per la Matematica. Secondo la vulgata che si tramanda nei dipartimenti di Matematica non esiste il Premio Nobel per la Matematica per una questione di corna, una liason d’amore fra la moglie di Alfred Nobel e un matematico svedese , Mittag Leffler. Nobel, per vendicarsi, istituì il premio Nobel per tutte le discipline scientifiche fuorché la Matematica. Ipotesi suggestiva ma difficile da provare visto che Nobel non è mai stato sposato.
Figalli è italiano, con un lungo percorso virtuoso, iniziato subito dopo la seconda guerra mondiale con l’arrivo a Pisa del Professore Alessandro Faedo. Faedo fu un ottimo matematico, di lui si ricorda uno dei pochi metodi costruttivi per provare l’esistenza di soluzioni di equazioni di evoluzione. Ma soprattutto fu un visionario. Grazie alle sue cariche accademiche (fu rettore dell’Università di Pisa e Presidente CNR) e politiche (Senatore della Repubblica), si adoperò per rendere Pisa un centro di eccellenza. Sentito il parere di Enrico Fermi, investì risorse nell’Informatica rendendo, con molta lungimiranza, Pisa (e di conseguenza l’Italia tutta) un centro all’avanguardia in quel settore chiave.
Chiamò a Pisa e in Normale, i matematici italiani migliori dell’epoca quali Andreotti, Bombieri (l’unica Fields Medal italiana prima di Figalli), Barsotti, Campanato, Prodi, Stampacchia, Vesentini ed ovviamente DeGiorgi. Il Professore Ennio DeGiorgi che, fra i suoi innumerevoli risultati risolse uno dei problemi di Hilbert un anno prima di Nash (il protagonista del film Beautiful Mind), fu forse l’emblema di quegli anni ruggenti: non solo matematico eccelso ma anche impegnatissimo in battaglie politiche (notevole il suo impegno in Amnesty International) produsse una scuola di matematici di alttissimo livello. Probabilmente il suo studente migliore fu il Professore Luigi Ambrosio, che prese il posto di DeGiorgi dopo la sua morte prematura. Ambrosio ebbe anche lui tantissimi studenti validissimi, e, mutati i tempi, molti di questi studenti vinsero posti prestigiosi in giro per il mondo (Princeton, ETH, etc). Figalli è il degno figlio di questa tradizione di eccellenza.
Non mi dilungherò troppo ma quattro punti vanno evidenziati:
– L’eccellenza è sempre figlia di un lungo e spesso non lineare percorso virtuoso. E’ facile distruggere un tradizione di eccellenza, occorronno decenni e notevoli risorse e capacità politiche per ricostruirla;
– Nonostante tutto, in Italia abbiamo preservato alcuni centri di riconosciuta eccellenza nel mondo
– A Figalli non abbiamo mai offerto un posto nell’Accademia italiana. Gli stranieri, prima i francesi, poi gli americani, infine gli svizzeri lo hanno inondato di offerte allettanti. Il nostro sistema è tarato per l’aureas mediocritas: fin troppo generoso con i mediocri ma completamente refrattario all’eccellenza;
– La Politica, deve perseguire obiettivi di lungo respiro. Non può seguire mode del momento. L’operato di Faedo sta portando i suoi frutti fino ad adesso. E quali invece i frutti che dovremo aspettarci delle politiche attuali incardinate sulla becera convinzione che “con la Cultura nun se magna”?
*** Vincenzo Vespri è professore di matematica all’Università degli Studi di Firenze