Perché il premier non dovrebbe congratularsi con Alessio Figalli

di Fabio Scacciavillani

Pubblicato il 2018-08-06

Il Presidente del Consiglio ombra Giuseppe Conte ha twittato per congratularsi con Alessio Figalli, vincitore della medaglia Fields, il premio più prestigioso al mondo per un matematico. Ecco cosa esterna il ciuffo più in vista d’Italia: Complimenti ad Alessio Figalli, premio #Fields per la matematica. Non accadeva da 44 anni che un italiano ottenesse un …

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Il Presidente del Consiglio ombra Giuseppe Conte ha twittato per congratularsi con Alessio Figalli, vincitore della medaglia Fields, il premio più prestigioso al mondo per un matematico. Ecco cosa esterna il ciuffo più in vista d’Italia:

Complimenti ad Alessio Figalli, premio #Fields per la matematica. Non accadeva da 44 anni che un italiano ottenesse un riconoscimento così prestigioso, l’equivalente di un premio Nobel. Continuiamo a investire nei nostri giovani e sul sistema d’istruzione e formazione “Italia.”

Il tweet è un condensato dell’impudenza, della sfacciataggine, del disprezzo per l’intelligenza, dell’ipocrisia e della spudoratezza non tanto del mondo politico, quanto di quella parte del mondo accademico che domina nel Belpaese, anzi nel Malpaese. In un sistema universitario marcio fino al midollo, che eccelle in concorsi truccati più che in ricerche di punta, dove si umilia chi è bravo ci si congratula con il genio (nel vero senso della parola) cacciato dal baronato come un reietto, espulso come un corpo estraneo, sputato come un boccone indigesto.

alessandro figalli giuseppe conte

Figalli in Italia era un pericolo per gli equilibri che consentono di assumere somari, meglio se parenti o amanti, senza vergogna, senza dignità, senza pudore, senza controllo. Figalli con la sua eccezionale bravura avrebbe messo a nudo la mediocrità delle mezze tacche aggrappate a scranni che non meritano, ne avrebbe scolpito l’inadeguatezza, ne avrebbe sputtanato quei patetici giri di sicofanti dediti a leccare le chiappe giuste. Gente che pubblica a malapena fregnacce inutili sulle riviste di quart’ordine dirette dai sodali indecenti. Mentre nel mondo civile le università competono per accaparrarsi i talenti migliori, in Italia la feccia baronale intima a chi vale di farsi da parte, di scomparire, di mettersi in ginocchio, di tributare l’ossequio paramafioso.

L’esimio Conte twitta su Figalli nella speranza di trarne squallidi vantaggi politici. Ma cosa ha twittato Ciuffo Bello quando nella sua Università di Firenze, proprio nel suo Dipartimento è scoppiato il marcio della Concorsopoli? Quando i suoi colleghi sono finiti agli arresti? A noi non risulta alcuna presa di posizione. Philip Laroma Jezzi, il ricercatore che con il suo esposto ha scoperchiato la fogna a Firenze non ricorda un minimo di solidarietà dei suoi colleghi. Tantomeno di Ciuffo Bello. Lui è rimasto in silenzio, come i pennuti che non sanno cinguettare. Tipo gli struzzi col becco piantato nella sabbia.

Leggi sull’argomento: Perché la vittoria di Alessio Figalli non è italiana

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