“I testimoni erano in ferie”, la Procura di Bologna spiega il ritardo nell’inchiesta sull’assassino di Alessandra Matteuzzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-26

Il procuratore che segue il caso del femminicidio di Bologna risponde alle polemiche sul mancato provvedimento nei confronti di Giovanni Padovani

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L’esito infausto “nessuno poteva ragionevolmente prevederlo”. A dirlo è il Procuratore Giuseppe Amato nella sua risposta in merito alle polemiche sui ritardi nelle indagini – ma soprattutto sul provvedimento – nei confronti di Giovanni Padovani, l’uomo denunciato per stalking a fine luglio da Alessandra Matteuzzi e che poi ha ucciso la donna sotto casa sua. Ma perché, nonostante la querela depositata diverse settimane prima, nulla si era mosso nei confronti di quell’uomo che si è poi rilevato un assassino. E quel femminicidio a Bologna è avvenuto anche perché i “testimoni erano in ferie”.

Femminicidio Bologna, la querela per stalking e i testimoni in ferie

Intervistato da Il Corriere della Sera, il magistrato Giuseppe Amato ha detto che la gli accertamenti erano partiti immediatamente dopo la denuncia fatta dalla vittima il 29 luglio. Nonostante il collega a cui era stato assegnato il fascicolo fosse in ferie. E il Procuratore a cui ora è stato assegnato il caso del femminicidio Bologna ha sottolineato un aspetto: “Si trattava di una querela per stalking molesto”.

Ma perché dal 29 luglio non era stato preso alcun provvedimento nei confronti di Giovanni Padovani? Questione di ferie, non di chi doveva indagare. Ma dei testimoni:

“Era il tempo necessario per ulteriori accertamenti. È stato fissato fine agosto perché alcune delle persone da interrogare erano in ferie. Noi abbiamo aperto subito il fascicolo e attendevamo il lavoro dei carabinieri. In ogni caso la collega aveva specificato, in caso di accadimenti urgenti, di avvertirci per procedere di conseguenza. Questo risulta per iscritto. In questi casi il nostro ufficio segue una procedura molto rigorosa e documentata”.

Un concetto ribadito anche in un altro passaggio della sua intervista:

“Noi abbiamo dato corso alla denuncia dopo un solo giorno e aspettavamo i carabinieri che dovevano ascoltare dei testi. Quelli sì in ferie”.

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