La storia della mail su Fdi inviata ai dipendenti della Regione Piemonte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-18

Il capogruppo di Liberi Uguali Verdi: “I dipendenti ci hanno scritto allarmati e infastiditi, anche perché purtroppo non è la prima volta che accadono cose di tal genere”.

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Una mail inviata da un privato cittadino ai dipendenti della Regione Piemonte, in cui c’è l’invito a iscriversi a una newsletter, il cui nome è “Gazzetta Tricolore, la newsletter di Fratelli d’Italia”. Ma quando la comunicazione è arrivata su tutte le caselle di posta elettronica degli uffici regionali, in più di uno hanno fatto un salto sulla sedia. Come è possibile? Chi l’ha inviata? Tale Luigi Songa, che del partito di Giorgia Meloni ne è esponente. Nome piuttosto conosciuto in Piemonte.

Scrive oggi il quotidiano La Stampa:

Una mail quasi di propaganda, arrivata sulle mail dei dipendenti regionali, con l’invito a iscriversi alla «Gazzetta Tricolore, la newsletter di Fratelli d’Italia». Il mittente? Luigi Songa, esponente del partito di Giorgia Meloni, nome importante della destra del Vco e in passato anche presidente dell’Atc Piemonte Nord, balzato agli onori delle cronache perché nel suo ufficio custodiva diversi cimeli inneggianti al fascismo. Songa ieri ha fatto partire la mail, innescando in poche ore l’ennesimo putiferio: «I dipendenti ci hanno scritto allarmati e infastiditi, anche perché purtroppo non è la prima volta che accadono cose di tal genere», protesta Marco Grimaldi, capogruppo di Luv in Regione.

Mail ai dipendenti in Piemonte, le distanze di Fdi

Anche i rappresentanti del partito hanno “condannato” il gesto:

Informato, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni, dice che si tratta di «un episodio del quale eravamo all’oscuro, da cui prendiamo le distanze e di cui ci scusiamo. Anche perché c’è una questione di privacy che non può essere sottovalutata». Lo stesso Songa spiega: «Gestisco un sistema di messaggistica automatica e volevo effettuare una verifica del database». Peccato che nel messaggio di prova, tra i destinatari, siano stati inseriti per errore i contatti dei dipendenti. Possibile? Come ci sono finite le persone che lavorano in Regione? «Qualcuno li ha caricati erroneamente lo scorso anno», si giustifica l’ex presidente di Atc. Spiegazione che non fa venir meno le polemiche.

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