Il PD contro l’emendamento sulle periferie (votato dal PD e da FI)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-09

La norma sospende per due anni una serie di progetti sulle periferie e alle amministrazioni comunali la gestione di pagamenti già definiti. Amministratori PD e FI sul piede di guerra. Ma l’emendamento è stato votato anche da PD e FI

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Un emendamento votato nel decreto Milleproroghe sospende per due anni una serie di progetti sulle periferie e alle amministrazioni comunali la gestione di pagamenti già definiti. Sindaci e presidenti di Regione sono sul piede di guerra da ieri e rilasciano dichiarazioni bellicose: sugli scudi ci sono gli amministratori del Partito Democratico, i quali probabilmente non sanno che l’emendamento è stato votato anche dal Partito Democratico.

Il PD contro l’emendamento sulle periferie (votato dal PD)

Andiamo con ordine. L’emendamento proposto dalla maggioranza interviene sui fondi destinati alle periferie, sospendendo le convenzioni di spesa per rinviare tutto al 2020: ad essere colpite dalla modifica del decreto Milleproroghe, approvata di notte al Senato, sono 326 comuni, buona parte di grandi città, per un totale di 96 progetti. In ballo ci sono 1,6 miliardi che i sindaci rischiano di vedersi congelare per i prossimi due anni. Un blocco che tocca, tra l’altro una misura voluta e predisposta sia dall’esecutivo Renzi sia dal governo Gentiloni, per destinare soldi e risorse alle periferie.

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L’infografica del Corriere sui fondi spariti delle periferie (9 agosto 2018)

 

La norma colpisce municipi di ogni colore politico. Anche i tre a guida grillina: Livorno, Roma e Torino. Le città metropolitane delle sindache sono tra le più penalizzate — 40 milioni in meno a testa — al pari di Reggio Calabria, Catania, Messina, Napoli (per abbattere le vele di Scampia), Genova, Palermo. Il sindaco di Venezia Brugnaro (Forza Italia) è furibondo: «A rischio 72 milioni di investimenti». La meno toccata, Tempio Pausania: rinuncerà ad “appena” 517 mila euro. Il presidente dell’Anci — l’associazione dei comuni — Antonio Decaro parla di «furto con destrezza»

I sindaci, il bando periferie annullato e il PD che regge il gioco

Ma l’emendamento, approvato la notte tra lunedì e martedì, ha ottenuto il voto di tutti senatori del Pd, compreso quello di Matteo Renzi. La modifica è passata con 270 voti a favore e nessun voto contrario (quindi anche Forza Italia ha votato a favore). Proprio per questo quando è scoppiata la protesta ha avuto gioco facile il  sottosegretario all’Economia, Laura Castelli (M55), nel replicare: «È il colmo che il Pd ci attacchi visto che ha votato a favore dell’emendamento, ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale».

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E ieri proprio per questo è sceso in campo il Semplice Senatore di Scandicci Matteo Renzi con una lettera inviata agli amministratori ha spiegato come sono andate le cose a Palazzo Madama, ammettendo di fatto l’errore dei senatori del PD guidati dal suo fedelissimo Andrea Marcucci:

Cari sindaci,
il bando delle Periferie è una mia “invenzione”. L’ho voluta contro tutti, dopo il Bataclan, novembre 2015. E ho liberato la seconda tranche dei fondi nel 2016, dando l’annuncio all’Assemblea ANCI di Bari. Dunque su questo progetto ci ho messo faccia e anima. Per trovare quei due miliardi ho lottato come un matto in Europa e al Mef. E se anche avetefirmato le convenzioni quando io non c’ero più tuttivoi sapete che questo è il progetto più importante dei mille giorni. Stava non a caso nella filiera culturale del *Un euro in cultura, un euro in sicurezza*
Se c’è uno che ci tiene _forse più di voi_ sono io.
Questo emendamento è stato letto male dai nostri al Senato, non c’è dubbio. Avendolo presentato come un aumento dei fondi ai comuni i nostri hanno pensato che fosse un errore votare contro. Ovviamente non hanno colto l’Aspetto politico dell’operazione. Ma adesso – se permettete un suggerimento – evitiamo di fare la polemica contro il partito o gli uffici del gruppo. La cazzata e del Governo e noi combatteremo – a tutti i livelli – contro lo smantellamento del bando periferie.
Il tema politico rimane: noi siamo quelli del bando periferie. E non si torna indietro. Faremo battaglia tutti insieme. Evitiamo polemiche e andiamo avanti insieme.
Un abbraccio,
Matteo Renzi

Intanto il governo si difende. Sempre la Castelli fa sapere che «in merito alla questione dei fondi per le periferie relativi ai progetti locali bisogna fare chiarezza. Abbiamo pertanto garantito i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio più alto». Al riparo dall’emendamento sono gli interventi (valore 50 milioni di euro) per la riqualificazione delle città metropolitane di Bari, Milano, Bologna, Firenze e di comuni come, per esempio, Roma, Lecce, Modena, Brescia, Genova e Messina. La paura dei sindaci è ritrovarsi con un buco di bilancio laddove hanno già sottoscritto un appalto o un contratto per i lavori, contando sulla noma e le relative risorse. Il governo dice che i fondi già impegnati saranno garantiti.

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