Le nuove regole per ristoranti, bar e parrucchieri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-11

Non ci saranno fuori programma in ristoranti scoperti per caso, saranno impossibili locali pieni con le attese al bancone o tavolini dei bar presi d’assalto per giornale e brioche. A dimostrarlo sono le quattro pagine del “Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione” consegnate dal Cts

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Repubblica oggi illustra le nuove regole per ristoranti, bar e parrucchieri in attesa della riapertura scaglionata dal 18 maggio al primo giugno (in Lombardia e Piemonte). Un documento del comitato tecnico-scientifico stila i criteri di massima ai quali bar e ristoranti dovranno attenersi. Per il resto del commercio e per i servizi alla persona, filtrano alcune misure alle quali ci si dovrà attenere per poter dare il via alla tanto attesa fase due. Di certo, all’inizio di questa settimana le linee guida dovranno essere pronte per tutti: chi si appresta a rialzare la saracinesca dopo oltre due mesi – in alcune regioni per queste categorie sarà possibile già dal 18 maggio – ha il diritto di sapere per tempo come potrà farlo in sicurezza.

Non ci saranno fuori programma in ristoranti scoperti per caso, saranno impossibili locali pieni con le attese al bancone o tavolini dei bar presi d’assalto per giornale e brioche. A dimostrarlo sono le quattro pagine del “Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione” consegnate dal Cts al presidente del Consiglio. La bozza parla di un «rischio di aggregazione medio-alto» e suggerisce regole nuove, a partire dagli spazi, perché «non è evidentemente possibile, durante il servizio, l’uso di mascherine da parte dei clienti» e «lo stazionamento protratto può contaminare, in caso di soggetti infetti da SARS-COV-2, superfici, stoviglie e posate».

Un altro aspetto delicato è «il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati anche in relazione ai servizi igienici». Così, in una prima fase si consiglia di «favorire soprattutto soluzioni che privilegino l’uso di spazi all’aperto». In ogni caso, si legge, «va definito un limite di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio non inferiore a 4 metri quadro per ciascun cliente», fatta salva la possibilità di installare barriere divisorie. In queste ore – sulla base di queste raccomandazioni – si sta discutendo di quale distanza debbano tenere i commensali allo stesso tavolo (dovrebbe essere di un metro e qualcosa, si era partiti da due). Mentre di quattro metri potrebbe essere la distanza tra i diversi tavoli. È consigliata la prenotazione obbligatoria «per prevenire anche assembramenti di persone in attesa fuori dal locale».

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I servizi di ristorazione sul territorio (La Repubblica, 11 maggio 2020)

Nessun dubbio sui servizi a buffet: aboliti. «I clienti dovranno indossare la mascherina in attività propedeutiche o successive al pasto al tavolo. È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti in sala». Tutte le superfici dovranno essere igienizzate al termine di ogni servizio, «evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, acetiere»).

Il personale dovrà indossare, sia in cucina che per il servizio al tavolo, mascherine chirurgiche monouso e – se possibile – guanti in nitrile. Sull’areazione si rimanda a regole successive, non viene ancora chiarito se sarà possibile usare l’aria condizionata. Sono regole che, come raccontano le tabelle nel documento, riguardano 336.137 imprese, un milione e 200mila lavoratori. Quanto ai negozi, secondo quanto filtra, quelli sotto i 25 metri quadri (non 40 come detto fino a poco tempo fa) possono ospitare un solo cliente alla volta. Se ci sono due porte, da una si entra e dall’altra si esce.

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I lavoratori della ristorazione (La Repubblica, 11 maggio 2020)

Infine ci sono parrucchieri, barbieri ed estetisti. Anche per loro, come per i ristoranti, la prenotazione dovrebbe essere obbligatoria. Entrerà un solo cliente alla volta (di più solo se ci sono postazioni di lavoro distanziate): l’idea è che nessuno stia in attesa all’interno, a leggere la classica rivista.

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