L’incontro tra Di Maio e il vescovo per i negozi chiusi la domenica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-14

Il bisministro cerca la sponda della Chiesa sulla legge che a sentire gli esperti sarà causa di una emorragia occupazionale notevole, fino a 80 mila posti di lavoro in meno

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Luigi Di Maio pensa di avere un’arma segreta per rispondere all’offensiva che gli si è scatenata contro nel MoVimento 5 Stelle dopo la sconfitta in Abruzzo. E quell’arma segreta si chiama Chiesa. Scrive oggi il Messaggero che nel silenzio dell’ufficialità, una decina di giorni or sono, Di Maio è stato in Vaticano per incontrare il cardinale Pietro Parolin. Aveva già avuto modo di conoscere il Segretario di Stato due anni fa quando, per una coincidenza temporale, entrambi si trovavano a Washington. L’asse con la Chiesa dovrebbe servire, nelle intenzioni del M5S, a isolare Salvini ma  l’intento, almeno di Di Maio, è di dirigere l’attenzione del Vaticano sui temi che hanno registrato un massiccio impegno da parte dei pentastellati.

A cominciare dalla chiusura dei negozi la domenica. E’ chiaro che le europee si avvicinano e, nella confusione del momento, a Di Maio è utile non avere contro i vertici della Chiesa, o perlomeno un ulteriore fronte avverso. Non che il Vaticano possa spostare voti come poteva accadere ai tempi della Balena Bianca, quando bastava un cenno del Segretario di Stato per fare partire la rete parrocchiale a supporto di un candidato piuttosto che un altro.

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Le chiusure domenicali in Europa (Il Messaggero, 3 febbraio 2019)

Tutto questo non esiste più. I tempi stavolta sono più complicati. Di sicuro però la Chiesa resta ancora un punto fermo con il quale fare i conti. La legge sulla chiusura dei centri commerciali la domenica è in dirittura d’arrivo. Chissà però se i vertici della Cei o del Vaticano, che in questi anni non hanno lesinato benedizioni all’iniziativa, sono a conoscenza degli effetti concreti che produrrà. Perché a sentire gli esperti sarà causa di una emorragia occupazionale notevole, fino a 80 mila posti di lavoro in meno. E di questi tempi non è proprio un dettaglio.

 

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