Di Maio conferma che De Vito ha ragione sulla sua immunità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-26

Con il Corriere della Sera il ministro parla del caso del presidente dell’Assemblea Capitolina. Ma non risponde alle domande imbarazzanti…

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Luigi Di Maio rilascia oggi ad Alessandro Trocino del Corriere della Sera un’intervista in cui parla anche di Marcello De Vito e della lettera inviata dal presidente dell’Assemblea Capitolina a Virginia Raggi e ai consiglieri di Roma Capitale in cui si parlava anche di lui: “Certamente in questo tempo mi sono chiesto cosa potrebbe decidere il nostro leader (Di Maio ndr) per se stesso, ove fosse sottoposto ad un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online. Così come ho ricordato che il nostro codice etico prevede l’espulsione dall’M5S solo in caso di condanna e non si presta ad opinabili interpretazioni a seconda dei casi o peggio, all’arbitrio del nostro leader”, scriveva De Vito. Oggi Di Maio, sfuggendo alla domanda del Corriere, conferma che De Vito ha ragione:

Luca Morisi scrive«Siamo armati» e pubblica una foto di Salvini con il mitra. Perché non siete intervenuti?
«Più che il post mi allarma la proposta leghista per la libera circolazione delle armi. Con noi, non passerà mai».

Con il nuovo Pd di Zingaretti si può dialogare?
«Non vedo nessun nuovo Pd. È gente da salotto. Cantano “bella ciao”, aiutano le banche e alzano le tasse».

Di Battista è sparito, forse offeso. Vuole chiedergli di tornare a combattere o non avete più bisogno di lui?
«Alessandro sta benissimo e siamo in ottimi rapporti. È l’essenza dell’M5S e resta un punto di riferimento importante per ogni attivista».

Grillo scrive che Salvini fa il ministro dell’Interno a sua insaputa. Lo sapeva?
«No. Ma Beppe è un visionario. Dice e fa quello che pensa. E fa bene».

De Vito chiede se lei si farebbe processare, nel caso ci fosse una richiesta.
«DeVito è fuori dal M5S».

Sì, ma lei chiederebbe l’immunità per sé?
«Non è una questione all’ordine del giorno»

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