Di chi è Bending Spoons, l’azienda dell’app IMMUNI di tracciamento COVID

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-18

Sono tre le aziende coinvolte nello sviluppo del progetto: Bending Spoons, Jakala e il Centro Medico Sant’Agostino di Luca Foresti. Di Bending Spoons abbiamo parlato qualche tempo fa perché aveva fatto un’offerta di acquisto per Grindr

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IMMUNI” è il sistema scelto dal governo per aiutare a tracciare i contagi e le persone a rischio. Funziona con tecnologia bluetooth e dati criptati. Notifica se si è stati a contatto con un soggetto positivo, mentre il Fatto Quotidiano oggi spiega che il sistema ha avuto l’ok del Garante della Privacy e rispetta le direttive della commissione Ue, così come presentato.

Se nella prima fase non sono coinvolti server dove custodire i dati, perché il dialogo è solo tra telefoni e app, in un secondo momento c’è il passaggio attraverso quelli che al momento sono i server in cloud di Bending Spoons (le informazioni restano sempre in sequenza numerica) sui quali però c’è ancora discussione: sempre il ministero dovrà indicare le strutture pubbliche dove gestirli (circola l’ipotesi della in house del Mef, Sogei). Il codice sorgente sarà sotto licenza Mpl2, quindi open source, e sarà pubblicato dal ministero (da stabilire se, come e quando).

immuni covid app

Sono tre le aziende coinvolte nello sviluppo del progetto: Bending Spoons, Jakala e il Centro Medico Sant’Agostino di Luca Foresti. Di Bending Spoons abbiamo parlato qualche tempo fa perché aveva fatto un’offerta di acquisto per Grindr. Bending Spoons vanta un ebitda di circa 35 milioni di euro, più di 180 milioni di download totali, 13 milioni di utenti attivi al mese, centinaia di migliaia di persone che ogni giorno scaricano una delle loro 20 app e un fatturato ben superiore a 11 milioni. Ai quattro amici-partner che hanno dato vita all’iniziativa (Luca Querella, Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Matteo Danieli), dall’estate dello scorso anno si sono aggregati come soci di minoranza, sottoscrivendo azioni di categoria E, StarTip (braccio finanziario di Gianni Tamburi), H14, la holding facente capo a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, Nuo Capital, un fondo con capitale asiatico ma guidato da Tommaso Paoli (ex top manager di Banca Imi). E gli altri soci? Li racconta oggi Il Fatto:

Curiosamente la H14 dei figli di secondo letto di Silvio Berlusconi la troviamo con una piccola quota anche nel capitale di Jakala insieme a Equity Club (Mediobanca e Ferraresi), alla holding dei Marzotto e altri: il fatturato prodotto dagli oltre 500 dipendenti, d’altronde, è ricco (250 milioni la stima per il 2019, anno in cui la società ha aperto il suo nuovo quartier generale milanese nel costoso edificio “M el l erio-Velasca”).

Forse è il nome più interessante della trimurti perché pare il meno necessario: Bending Spoons disegna app, il Sant’Agostino lavora sui dati medici, Jakala invece si occupa di marketing, comunicazione, eventi ed e-business. Il suo portafoglio clienti – tra banche, multinazionali pubbliche e private e marchi importanti del made in Italy –è impressionante e, in vista dei milioni dei dati di cui sopra, anche un po’inquietante.

Il fondatore – Jakala, il coccodrillo del Libro della Giungla, era il suo nome scout –è Matteo de Brabant, assurto agli onori delle cronache nel 2016 per aver organizzato a casa sua, dopo quella di Davide Serra a Londra, una cena elettorale per Beppe Sala, allora candidato sindaco. Particolare un po’ sgradevole, la sua Jakala Events aveva fatto qualche lavoretto per Expo 2015 del commissario Sala prima di essere venduta per 25 milioni alla Uvet (che lavorò invece molto all’Esposizione universale). L’ultimo nome è quello di Luca Foresti che guida la rete di poliambulatori “Centro medico Sant’Agostino”a Milano ed è vicino a Matteo Renzi: nel 2013, quando il fiorentino si preparava a giubilare Enrico Letta, partecipò alla Leopolda.

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