Gregorio De Falco e gli errori della manovra M5S-Lega

Il senatore indica il prossimo fronte: l'autonomia che piace alla Lega. E non ha paura che lo caccino

Gregorio De Falco critica la manovra del popolo. Il senatore voluto da Luigi Di Maio nel MoVimento 5 Stelle e poi minacciato a più riprese di sanzioni ed espulsioni è andato all’attacco del provvedimento di Salvini e Di Maio in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera:



«Ho potuto vedere poco, come gli altri, anche perché non credo abbiano poteri sovrannaturali. Ma per quel poco che ho visto, accanto ad alcune cose che mi fa piacere che ci siano, ce ne sono altre che non capisco. Anche i più mansueti non possono che essere perplessi».

Da cosa, per esempio?
«La proroga di 15 anni alle concessioni demaniali».



Perché?
«Perché porterà sicuramente a una nuova sanzione dell’Europa. Non si capisce perché continuare nella strada della socializzazione dei vantaggi altrui. Questa norma ci costerà qualche centinaia di milioni. Siamo stati già condannati nel 2016 e ora c’è anche l’aggravante della recidiva e per di più entro i cinque anni».

È la guerra contro la direttiva Bolkenstein.
«La Bolkenstein si poteva superare, ma non ignorare. Si potevano trovare deroghe caso per caso».



Altre perplessità?
«La norma che non fa più indicizzare le pensioni a partire da 1.521 euro lorde. Non stiamo parlando di pensioni di benestanti. La mancata indicizzazione non è un non aggiungere: è un togliere».

E l’Iva?
«Nei prossimi anni dovremo pagare una cifra enorme. È chiaro che aumenterà. Così i consumi andranno sottoterra e si rischia seriamente la recessione».

Questo governo durerà?
«Spero di sì. Anche se le tensioni con la Lega sono forti. Prendiamo la riforma delle autonomie. Non va bene».

Perché?
«Perché dobbiamo sempre ricordare che l’Italia è una. Se prevalgono gli egoismi sulla solidarietà, siamo di fronte a spinte centrifughe, non coerenti con il dettato costituzionale. Si vogliono i propri insegnanti regionali e persino i propri rappresentati diplomatici alla Ue. Sono segnali pericolosissimi di disgregazione. Il Movimento si deve opporre con fermezza».

Difficile. Più facile che la caccino.
«Io non mi muovo. La mia bussola è il nostro programma. E la Costituzione. Non abbiamo fatto la nostra più grande battaglia in difesa della Costituzione?Non servono tifosi, ma voci critiche. Non possiamo rinunciare ai nostri principi. Le coscienze si devono risvegliare».

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