Questa crisi di governo è più avvincente di una telenovela

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-08-16

Questa crisi governativa è molto più ricca di colpi di scena di una telenovela sudamericana. E come in ogni telenovela che si rispetti, molti di questi colpi di scena, oltre ad essere imprevisti, sono anche assurdi ed illogici. E’ l’ esemplificazione che la realtà, come diceva Shakespeare, supera (e di gran lungo) la fantasia: “ …

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Questa crisi governativa è molto più ricca di colpi di scena di una telenovela sudamericana. E come in ogni telenovela che si rispetti, molti di questi colpi di scena, oltre ad essere imprevisti, sono anche assurdi ed illogici. E’ l’ esemplificazione che la realtà, come diceva Shakespeare, supera (e di gran lungo) la fantasia: “ Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”. Molti, infatti, sono i punti oscuri di questa crisi oltre che la certezza che perfino i protagonisti stiano navigando a vista senza una chiara strategia e senza sapere quale sarà la trama della prossima puntata.

Leonardo Pasanisi tar del lazio open arms

Il primo punto oscuro è quale ne sia stato il motivo scatenante. Per il momento mi sembrano possibili solo due scenari. Il primo si riferisce ad una criticità intrinseca della Lega. E’ passata in pochissimi anni dal 4,5% al 34%. La struttura monocratica della Lega non funziona più. Come la vecchia DC ha insegnato, occorrono più correnti per rappresentare le diverse sfaccettature del popolo che si riconosce in un partito così grande. In questo caso l’innesco della crisi sarebbe stata l’autonomia regionale fortemente voluta dal Nord e in modo altrettanto forte avversata dal Sud. Salvini contemporaneamente rappresentava (per motivi storici) sia gli interessi del Nord che quelli del Sud (la Lega è ormai un partito nazionale e quindi rappresenta anche il Sud). L’unico modo per uscirne è stata quindi la crisi di Governo che stiamo vivendo adesso. Il secondo scenario plausibile è quello internazionale. Potenze straniere (l’Usa di Trump? La Russia?) erano interessate a dare battaglia alla UE. Un governo sovranista in Italia avrebbe rappresentato la ciliegina alla torta della hard Brexit (che per l’appunto è ultra sponsorizzata da Trump). A sostegno di questa tesi è l’affaire Savoini. Sembra molto improbabile che questo scandalo non sia stato pilotato da servizi d’intelligence. Si può immaginare che dei semplici giornalisti dell’Espresso abbiano potuto registrare una conversazione nel Metropol di Mosca senza l’aiuto di qualche potente e ramificato apparato governativo?

gatto schifomadò

Il secondo punto non chiaro è se ritorneranno in partita due vecchi leoni come Berlusconi e Renzi. Entrambi sembravano incamminati inesorabilmente sulla via del declino, entrambi hanno visto, con questa crisi, la possibilità di ritornare in partita. Berlusconi credo l’abbia sprecata. Non ha potuto giocare la partita con il futuro governo istituzionale 5Stelle-Pd come sperava (troppo di destra) ed è stato troppo avido ragioniere quando Salvini gli ha chiesto di fare l’alleanza di Centrodestra (quando trattava il numero di seggi garantiti a FI sembrava Shylock). Rischia che, se le elezioni si terranno fra tre anni, Fi faccia una fine ingloriosa. Inoltre, facendo così, si è giocato le residue chances di salire al Quirinale nel 2022. L’unica partita che gli converrebbe sarebbe quella delle elezioni adesso (ma l’ha capito troppo tardi). Renzi avrebbe invece molte carte da giocare nel caso di un governo 5Stelle-Pd. I suoi parlamentari sarebbero determinanti e avrebbe un grande potere d’interdizione. L’ha capito subito e ha giocato benissimo le sue carte. Il terzo punto non chiaro è chi sarà vincitore nella lotta intestina fra Di Maio e Fico. Se nascesse il governo 5Stelle-Pd Fico sarebbe il grande vincitore e Di Maio scomparirebbe dalla scena e, a fine legislatura, andrebbe alla ricerca di un lavoro decente. Se sopravvivesse, in qualche modo, un Governo 5Stelle-Lega sarebbe, per l’appunto, il contrario.

di maio fine

Il quarto punto non chiaro è la battaglia per la nascita o meno del governo 5Stelle-Pd. A guardare a favore a un futuro governo giallo-rosso, oltre i peones dei 5Stelle (che in caso di elezioni sarebbero costretti ad abbandonare il lauto stipendio da parlamentare), ci sono sicuramente la UE, il Papa, Renzi e la macchina del consenso del PD (che ha necessità di posizioni ben remunerate e che potrebbero essere garantite solo da un Pd al governo). A sfavore sicuramente Trump, Putin, il Direttorio dei 5Stelle (il movimento per sopravvivere avrebbe bisogno di andare all’opposizione per un po’ al fine di rinserrare le fila, darsi una nuova immagine e guadagnare un po’ di consenso perduto) e Zingaretti (costretto a rimandare il momento in cui avrebbe potuto liquidare Renzi e avere il controllo dei gruppi parlamentari). Infine altro aspetto da chiarire è quale sarà il ruolo di Giorgetti. La mente pensante della Lega , amico di Draghi, moderato e competente, sta uscendo dal ruolo ombra che ha finora ricoperto per cercare di ricucire con Di Maio. E’ un personaggio rassicurante a livello istituzionale che potrebbe dare una immagine completamente diversa alla Lega. Dopo questo frangente, ritornerà nell’ombra o rimarrà a calcare le scene? Prendiamo i popcorn abbandonati da Renzi e vediamo le prossime puntate di questa avvincente telenovela!!!!

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