Opinioni

Cosa vuol dire isolare il Coronavirus?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-03

Su Repubblica oggi si parla dell’isolamento del Coronavirus 2019-nCov ottenuto dall’istituto Spallanzani, spiegando quali tipi di ripercussioni avrà nella ricerca scientifica. Spiega oggi Elena Dusi: Cosa vuol dire isolare un virus? Prendere un campione dalle vie respiratorie dei malati, portarlo in laboratorio ed estrarne il virus. Il microrganismo viene poi coltivato, cioè messo su delle […]

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Su Repubblica oggi si parla dell’isolamento del Coronavirus 2019-nCov ottenuto dall’istituto Spallanzani, spiegando quali tipi di ripercussioni avrà nella ricerca scientifica. Spiega oggi Elena Dusi:

Cosa vuol dire isolare un virus?
Prendere un campione dalle vie respiratorie dei malati, portarlo in laboratorio ed estrarne il virus. Il microrganismo viene poi coltivato, cioè messo su delle cellule in modo che possa moltiplicarsi. «È una procedura abbastanza comune nei laboratori di virologia», spiega Giorgio Palù, professore di Microbiologia e Virologia all’università di Padova. Per isolare i virus di malattie severe occorrono molte precauzioni. «In questo caso serve un laboratorio con un livello di biosicurezza 3», spiega Guido Antonelli, professore di Microbiologia alla Sapienza di Roma. «Sono previsti accorgimenti e protezioni particolari per evitare che le persone che manipolano il virus si infettino». Il livello massimo, il 4, è riservato per esempio al virus di Ebola.

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Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

A cosa serve avere un campione in laboratorio?
Abbiamo già il genoma del nuovo coronavirus. E questo è bastato a una manciata di laboratori nel mondo per partire alla ricerca di un vaccino. Il lavoro può essere portato a termine senza bisogno del virus “in carne e ossa”. Ma ci sono procedure che avvengono più rapidamente con un campione del microrganismo. «Possiamo verificare se e quanto i farmaci sono efficaci nell’inibirne la crescita», spiega Antonelli. «Studiando le sue replicazioni, capiremo il tasso di mutazione del virus». Quanto è facile, cioè, che il suo genoma subisca le piccole variazioni capaci di renderlo eventualmente più pericoloso. Anche nella lunga sperimentazione del vaccino (un anno il tempo minimo) il virus in provetta è utile. «Dopo aver somministrato un vaccino sperimentale a un individuo — spiega Antonelli — possiamo prendere il sangue e metterlo a contatto con il virus vivo, per vedere se c’è la risposta degli anticorpi». Se sì, vorrà dire che siamo su una buona pista.

Come abbiamo spiegato ieri, il Coronavirus 2019-nCov non è stato isolato per la prima volta in Italia: in Cina il primo isolamento è avvenuto il 7 gennaio. Tre giorni dopo il genoma del virus è stato sequenziato e messo online. Da allora l’isolamento è avvenuto anche a Hong Kong, in Australia, Stati Uniti e Francia.

Leggi anche: Il Coronavirus di Wuhan 2019-nCov è stato davvero isolato per la prima volta in Italia?

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